Seaside in Venezuela

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Strage Mar Egeo: affonda barcone, muoiono 5 bambini

Il bilancio è di 11 vittime. Oltre 700 vittime di queste tragedie nel 2015. Migrantes e Save the Children: “L’Europa intervenga”

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Il Mar Egeo inghiottisce altre vittime dell’emigrazione di massa. Davanti alle coste della Turchia, un barcone carico di persone provenienti dal Medio Oriente e dall’Asia è affondato. Il bilancio è di 11 vittime, tra cui 5 bambini. 13 i dispersi. A bordo dell’imbarcazione, ha detto la Guardia Costiera, c’erano circa 50 persone, 26 delle quali sono state salvate. Stando al racconto dei superstiti, l’imbarcazione ha iniziato a riempirsi d’acqua e poi è affondata, nonostante il vento fosse leggero e il mare calmo.

Mons. Gian Carlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes, ha commentato così l’ennesima tragedia: “Continua una strage silenziosa nel Mediterraneo, con i morti che sono più che raddoppiati nel 2015 rispetto al 2014: da 1600 a oltre 3200. Continuano le morti di bambini, dimenticate: oltre 700 dall’inizio dell’anno”. Il presule accusa poi l’Europa, che “trova sempre risorse per bombardare”, ma “non trova risorse per salvare vittime innocenti”.

Il Direttore di Migrantes denuncia inoltre che “l’accoglienza ai nostri porti, anziché in centri  di accoglienza aperti sembra affidarsi ancora una volta a centri chiusi, gli  ‘hotspots’, come dimostra il Centro di accoglienza di Lampedusa: più di 20.000 persone arrivate al porto e trasferite nel Centro, chiuso ad ogni ingresso e uscite. La paura insieme alla convenienza sembra far ritornare indietro di anni il cammino di protezione internazionale costruito in Europa”.

A proposito di questo naufragio, Save the Children sottolinea come tra i migranti vi sia una “presenza sempre numerosa di interi nuclei familiari che fuggono dai conflitti per cercare di salvare i loro bambini”. Lo ha detto Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children. “A tre mesi dalla tragica morte di Aylan Kurdi che aveva commosso il mondo, poco o nulla è cambiato e non esiste a tutt’oggi alcuna possibilità di affrontare in modo legale e sicuro il viaggio verso la salvezza in Europa”, riflette amara la Milano.

Secondo le stime, il 26% dei quasi 800.mila migranti sbarcati in Grecia nel 2015, in maggioranza siriani, sono bambini e il 16% sono donne. Oltre al rischio legato ai naufragi nel mar Egeo, i nuclei familiari, in alcuni casi con la presenza della sola figura materna, si trovano ad affrontare disagi di ogni tipo anche giunti in Europa, per le condizioni di accoglienza critiche in Grecia e le estreme difficoltà lungo tutto il percorso verso nord attraverso le frontiere.

 

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ZENIT Staff

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