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Asse Usa-Russia per bloccare i fondi dell'Isis?

Se ne sta discutendo in vista del Consiglio di Sicurezza dell’Onu del 17 dicembre. Assad intanto critica i raid britannici in Siria e l’Isis colpisce nello Yemen

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Le trattative tra Washington e Mosca si fanno serrate. Le diplomazie dei due Paesi stanno lavorando alacremente per giungere a un accordo in vista del Consiglio di sicurezza dell’Onu del 17 dicembre. L’obiettivo è di approvare una bozza comune che contenga proposte concrete per colpire le fonti di finanziamento dell’Isis.</p>

Il documento sarà il frutto di un’iniziativa di Jacob Lew, il segretario al Tesoro Usa che sarà presente alla riunione del 17. Interrompere le fonti di finanziamento di Daesh, ha spiegato Lew in un comunicato, è un fattore “critico per una lotta efficace contro questo violento gruppo terroristico”. Dal canto suo, la Russia chiede che nel documento – come rileva l’ambasciatore di Romasca Vitaly I. Churkin – sia precisato il compito del segretario dell’Onu e del suo ufficio di individuare e denunciare pubblicamente i governi che violeranno le norme internazionali.

Altra richiesta russa, che difficilmente verrà però accettata dagli Usa, è di inserire nel documento una norma che obblighi quanti intendono attaccare militarmente l’Isis, di ricevere previa autorizzazione degli Stati nei quali si agisce. Tale richiesta imporrebbe agli Usa di trattare, in Siria, con il presidente Bashar al-Assar.

Quest’ultimo, intanto, si è espresso nelle scorse ore proprio a proposito dei recenti raid britannici in Siria contro l’Isis. “Non li batterete con i soli raid aerei. Non potete batterli senza cooperare con truppe al suolo. Non potete batterli se non avete il sostegno completo del popolo e del governo”, il suo avvertimento in un’intervista al Sunday Times. Ha quindi definito i bombardamenti della Gran Bretagna “illegali”, i quali si traduranno in un “sostegno al terrorismo”.

Terrorismo che colpisce nello Yemen. Il governatore di Aden, Gaafar Mohamed Saad, e sei guardie del corpo sono morti in un’esplosione. La Bbc ha riferito che l’Isis ha rivendicato l’attacco​. Sabato il ministero degli Esteri yemenita ha annunciato che il 15 dicembre si terranno i colloqui di pace promossi dall’Onu per cercare di mettere fine a otto mesi di guerra civile tra le milizie sciite houthi e il governo appoggiato anche militarmente dall’Arabia Saudita.

 

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ZENIT Staff

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