African Migrants Crossing the Mediterranean

Wikimedia - Cortesia Guardia di Finanza

Migranti. Chiese europee chiedono "integrazione a lungo termine"

In un comunicato congiunto, Comece, Cec e Ccme sottolineano la necessità di obiettivi politici chiari e risposte coordinate da parte delle società europee per la crisi migratoria

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“La sfida più grande è l’integrazione a lungo termine dei migranti e dei rifugiati nelle società di accoglienza e sul mercato del lavoro”. È quanto affermano i rappresentanti delle Chiese europee in un comunicato congiunto diffuso ieri al termine di un seminario dedicato al tema delle migrazioni. All’evento, organizzato dalla Commissione europea con sede a Bruxelles, hanno preso parte rappresentanti della Comece (Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea), della Cec (Conferenza delle Chiese europee) che riunisce ortodossi, protestanti, anglicani e cattolici, e della Ccme (Commissione delle Chiese per i migranti in Europa), agenzia ecumenica per la migrazione e l’integrazione.

“Abbiamo bisogno di obiettivi politici chiari, di risposte coordinate, ma anche concertate, da parte dei migranti e delle società europee”, si legge nel comunicato, perché “la stretta cooperazione tra le autorità pubbliche a tutti i livelli, la società civile, le Chiese e le comunità religiose permetterà di rispondere in modo più efficace alla crisi” umanitaria provocata “dal recente flusso di migranti e di rifugiati sul suolo europeo”.

Infatti, prosegue la nota, “l’accoglienza di migranti, richiedenti asilo e rifugiati è una sfida urgente, in particolare per gli Stati membri dell’Ue che hanno una frontiera esterna all’Unione stessa”. La crisi si è infatti aggravata “drammaticamente” nel corso dell’estate del 2015 e “pone il tema delle migrazioni in primo piano nell’agenda politica dell’Ue”. “La disponibilità dei poteri pubblici e l’ospitalità di numerose Chiese cristiane e comunità religiose in Europa sono segnali incoraggianti”, osservano le Chiese europee perché “nel loro operato quotidiano, le Chiese hanno contribuito in maniera significativa all’integrazione dei nuovi arrivati”.

Ribadendo, inoltre, l’importanza di “coltivare un’immagine più positiva di tutti i migranti ed i rifugiati in Europa”, i presuli cattolici e gli altri organismi ecumenici sottolineano “l’aspetto personale ed umano della crisi attuale: essa non è una mera questione di statistiche o di economia, bensì una questione di dignità umana e di bene comune”. In quest’ottica, è da notare che “le Chiese in Europa sono spesso il primo ed il più importante punto di contatto per i migranti ed i rifugiati” che in esse trovano “il sostegno necessario per iniziare ad adattarsi alle società di accoglienza”.

​Nell’ambito del seminario, infine, i partecipanti si sono impegnati a “fornire uno spazio di incontro tra i migranti, rifugiati e società di accoglienza”, così come “uno spazio per affrontare i timori delle comunità ospitanti”.

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ZENIT Staff

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