Pregnant woman with fetus

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Irlanda del Nord: vescovi contro giudici pro-aborto

Una sentenza dell’Alta corte ha aperto all’interruzione di gravidanza nei casi di “incesto, stupro o seria malformazione”. Disappunto dei presuli, i quali ricordano che “la vita umana è sacra”

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“Incesto, stupro o seria malformazione del feto”. Secondo l’Alta corte dell’Irlanda del Nord, in questi tre casi l’interruzione di gravidanza deve essere concessa perché – come ha detto il giudice Mark Horner nell’atto di ufficializzare una recente sentenza – si tratta di casi in cui “non c’è alcuna vita da difendere”.

Questa decisione, definita “antidemocratica” dal procuratore generale dell’Irlanda del Nord, John Larkin, è stata al centro del dibattito durante la plenaria della Conferenza episcopale irlandese (Ibc), conclusasi ieri, a Maynooth. Già nei giorni scorsi i presuli dell’Irlanda del Nord si erano espressi in proposito, pubblicato sull’Irish Times un articolo nel quale si definivano “profondamente disturbati dalle parole dei giudici”. Secondo i vescovi nordirlandesi, “uccidere una persona innocente in modo deliberato e intenzionale continua ad essere gravemente sbagliato dal punto di vista morale in ogni circostanza. Insieme a tanti altri, crediamo che uccidere un bambino non nato direttamente e intenzionalmente non può mai essere considerato un atto umano, compassionevole o una risposta appropriata alle circostanze complesse e delicate di una gravidanza difficile o critica”.

Disappunto condiviso dai vescovi irlandesi. “Il progresso di una società deve essere misurato su come essa si prende cura dei più vulnerabili” ed è quindi “disumano” privare un nascituro del “diritto alla vita, garantito dalla Costituzione”. Per questo, scrivono i vescovi di Dublino come riporta la Radio Vaticana, “è più urgente che mai amare tutti i bambini in modo uguale, siano essi già nati o nascituri, a prescindere dalle loro condizioni di salute”. “La vita umana è sacra – continua la nota episcopale – e merita la massima protezione, compassione e cura in tutti i suoi stadi”, anche perché “la Chiesa insegna che il dovere di tutelare e proteggere la vita umana riguarda ugualmente la madre ed il figlio”.

La Chiesa irlandese definisce il tentativo di abrogare articoli della Costituzione riguardanti questo principio, “un attacco diretto al diritto umano più fondamentale di tutti, ovvero il diritto alla vita”. Allo stesso tempo, la Conferenza episcopale irlandese ricorda il suo massimo impegno nel “sostenere le donne che sperimentano gravidanze difficili”.

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ZENIT Staff

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