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Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Festa di san Bartolomeo: Gv 1,45-51

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Lettura 

Bartolomeo è uno dei dodici apostoli chiamati da Gesù i cui nomi sono scritti sui dodici basamenti sui quali posano le mura della Gerusalemme celeste che scende da Dio. Nel Vangelo di Giovanni, Bartolomeo è chiamato Natanaèle e vive l’esperienza di essere visto e conosciuto da Gesù.

Meditazione 

Filippo si è appena messo alla sequela di Gesù. La prima cosa che fa è andare a trovare Natanaèle per raccontargli chi hanno trovato. Stranamente, Filippo parla al plurale, riconoscendo così di far parte di un nuovo gruppo di persone accomunate dalla stessa esperienza. Le sue parole suonano strane alle orecchie dell’amico: come può, colui di cui hanno scritto Mosè e i Profeti, venire da Nazaret, oscuro paese mai citato nelle Scritture? Filippo non perde tempo in inutili discussioni e lo invita a fare esperienza in prima persona di quell’uomo. Natanaèle va per vedere Gesù, ma scopre di essere già stato visto e conosciuto da lui. Egli, che ha messo in discussione la validità delle parole di Filippo, è riconosciuto come un uomo in cui non c’è inganno, finzione: anche se ciò che lui sa lo porta a dubitare delle parole dell’amico, la sua onestà gli permette di accettare la sfida che gli è stata lanciata. Non sappiamo cosa facesse Natanaèle sotto il fico, ma sicuramente la scoperta che Gesù lo ha visto in quella situazione è per lui un’esperienza determinante che gli permette di vincere ogni dubbio e di riconoscere chi è l’uomo che gli sta parlando. Natanaèle è andato e ha visto chi è Gesù, ma ora il Signore gli promette che vedrà cose ancora più grandi. L’ultima promessa, che chiude il racconto, è, invece, rivolta a tutti. L’immagine del cielo aperto e degli angeli che salgono e scendono rimanda al libro della Genesi (28,10-22): ora, non è più una scala che permette la comunicazione tra Dio e gli uomini, ma il Figlio dell’uomo. Queste due promesse finali ci rivelano che aver trovato Gesù non è la fine della ricerca, ma l’inizio di un nuovo cammino di cui conosciamo la via da seguire, Gesù, ma non la meta che si scoprirà solo continuando a fidarsi della nostra via attimo dopo attimo.

Preghiera 

«Signore, tu mi scruti e mi conosci» (Sal 139,1): ringrazio il Signore, perché conosce tutto di me.

Agire

Proverò a condividere con un amico o un conoscente la mia esperienza di Gesù.

Meditazione del giorno a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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