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Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 19,16-22

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Lettura

La prima lettura propone la chiave interpretativa che permette di comprendere quanto è narrato nel libro dei Giudici. Il popolo sceglie di seguire altri dèi e, in risposta a questo, Dio lo abbandona nelle mani dei nemici. Davanti al grido degli Israeliti, Dio manda un giudice per liberarli e, fino a quando il giudice è vivo, il popolo rimane fedele all’alleanza, ma, alla sua morte, ricade nell’idolatria. Similmente, il Vangelo presenta un uomo posto davanti alla scelta tra il vero Dio e l’idolo della ricchezza.

Meditazione

L’uomo che si avvicina a Gesù lo considera un maestro e gli pone una domanda che spesso i discepoli rivolgevano al loro rabbino: cosa fare per avere la vita eterna promessa da Dio. Gesù dà la risposta “classica”, osservare i comandamenti, e poi specifica quali sono i più importanti. Si rimane sempre un po’ sorpresi nel vedere che mancano completamente quelli riguardanti la relazione con Dio, mentre, quasi per accentuare l’importanza della relazione con l’altro, è aggiunto ai comandamenti l’invito ad amare il prossimo come se stessi che si trova nel libro del Levitico (Lv 19,18). L’uomo riconosce di averli osservati tutti, ma, stranamente, non gioisce davanti alla scoperta che ha compiuto ciò che permette di avere la vita eterna. Evidentemente, in lui c’è una certa insoddisfazione, anche se conduce una vita in linea con i comandamenti di Dio, e ha il coraggio di porre tutto questo davanti a Gesù con un’altra domanda: cosa mi manca? A quest’uomo, che sente che qualcosa gli manca, Gesù propone il cammino della sequela, che può iniziare solo scegliendo di dare ciò che si possiede ai poveri. A questo punto, possiamo capire perché Gesù non cita i comandamenti riguardanti la relazione con Dio: perché, ora, la relazione con il Padre passa attraverso la relazione con Gesù, si vive il rapporto con Dio vivendo la sequela di Gesù. Questa nuova relazione con il Padre apre anche a un nuovo rapporto con l’altro facendo dei poveri, di coloro che sono ai margini dell’esistenza, il nuovo prossimo a cui donare tutto ciò che abbiamo. La proposta di Gesù raggiunge anche ciascuno di noi: come rispondiamo?

Preghiera

«Il mio Signore sei tu, solo in te è il mio bene» (Sal 16,2): ripetendo le parole del salmo, esprimo la mia scelta di avere un unico Signore.

Agire

Provo a mettermi al posto dell’uomo che va dal Signore e ascolto cosa suscita in me la proposta che Gesù gli rivolge: dialogo con lui su ciò che provo e penso.

Meditazione del giorno a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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