A Canon Regular of Premontré

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"O" come Orazione

La preghiera e l’orazione sono degli strumenti straordinari per innalzare la nostra condizione umana, per farci più simili al Dio che ci ha creato

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La parola orazione è uno dei due vocaboli (l’altro è il più comune “preghiera”) con cui si indica la relazione cosciente e colloquiale dell’uomo con Dio. La parola  preghiera” proviene dal verbo latino precor , che significa pregare, rivolgersi a qualcuno chiedendo un beneficio. Il termine “ orazione ” proviene dal sostantivo latino oratio , che significa parlare, discorso, colloquio.  L’orazione è assolutamente necessaria per la vita spirituale. È come il respiro che permette alla vita dello spirito di crescere. Nell’orazione si manifesta la fede in Dio e nel suo amore. Si stimola la speranza che porta a orientare la vita verso di Lui e a confidare nella sua provvidenza. Il cuore si dilata se rispondiamo col nostro amore all’Amore divino. Nell’orazione l’anima, guidata dallo Spirito Santo dal più profondo di se stessa, come afferma il  Catechismo della Chiesa Cattolica, si unisce a Cristo, maestro, modello e via di ogni orazione cristiana, e con Cristo, per Cristo e in Cristo si rivolge a Dio Padre, partecipando della ricchezza della vita trinitaria.  Da qui l’importanza che nella vita di orazione ha la Liturgia e, al centro di tutto, l’Eucaristia. I contenuti dell’orazione, come quelli di ogni dialogo di amore, possono essere molteplici. Se ne possono mettere in evidenza alcuni particolarmente significativi: anzitutto la cosiddetta Petizione In tutta la Sacra Scrittura si trovano frequenti riferimenti all’orazione impetratoria; la troviamo anche sulle labbra di Gesù, che non solo ricorre ad essa, ma invita a chiedere dando grande valore alla preghiera semplice e fiduciosa. La tradizione cristiana ha ripetuto questo invito, mettendolo in pratica in molti modi: richiesta di perdono, richiesta della propria salvezza e della salvezza degli altri, richieste per la Chiesa e per l’apostolato, richieste per le necessità più diverse.

La seconda espressione è il Rendimento di grazie. Si tratta di una preghiera di ringraziamento, che scaturisce dal riconoscimento dei beni ricevuti e, attraverso di essi, della magnificenza e della misericordia di Dio, che ci spinge a rivolgere il nostro spirito a Dio per proclamare i suoi benefici e per ringraziarlo. La disposizione al ringraziamento si trova in tutta la Sacra Scrittura e in tutta la storia della spiritualità. L’una e l’altra mettono in evidenza che, quando questa disposizione ha le sue radici nell’anima, porta a riconoscere come dono di Dio tutto ciò che accade, non solo ciò che è gratificante, ma anche quello che appare avverso o negativo. Consapevole che ciò che accade fa parte del disegno amoroso di Dio, il credente sa che tutto concorre al bene di coloro che lo amano. C’è infine la preghiera di Adorazione: consiste nel riconoscere e proclamare la grandezza di Dio, la pienezza del suo essere, l’infinità della sua bontà e del suo amore. Alla lode si può arrivare partendo dalla considerazione della bellezza e della grandezza dell’universo, come troviamo in molti testi biblici e in numerose preghiere della tradizione cristiana; uno degli esempi più belli è il Magnificat. Ciò che caratterizza la lode è che lo sguardo va direttamente a Dio stesso, così come Egli è in sé, nella sua perfezione illimitata e infinita. La lode è la forma di preghiera che più immediatamente riconosce che Dio è Dio. Lo canta per se stesso, gli rende gloria, perciò è intimamente unita all’adorazione, al riconoscimento, non solo intellettuale ma esistenziale, della piccolezza di tutto il creato a paragone con il Creatore e, di conseguenza, all’umiltà, all’accettazione della indegnità personale davanti a colui che ci trascende all’infinito; alla meraviglia che causa il fatto che questo Dio, al quale gli angeli e l’universo intero rendono omaggio, si sia degnato non solo di volgere il suo sguardo sull’uomo, ma di abitare nell’uomo, e, addirittura, di incarnarsi.

La preghiera e l’orazione sono degli strumenti straordinari per innalzare la nostra condizione umana, per farci più simili al Dio che ci ha creato. La coscienza del riflesso della gloria di Dio nel cristiano è la base del sentimento della dignità cristiana e dell’onore cristiano. Dinanzi alla gloria del nome cristiano sparisce ogni sentimento di inferiorità sociale: “Il fratello di umile condizione si glorierà della sua esaltazione ed il ricco della sua umiliazione” (Gc 1,9); non c’è più posto per “discriminazioni personali” (Gc 2,1-3). Gesù stesso ha aperto la via al senso cristiano dell’onore. Il suo unico onore era di compiere la sua missione, non ricercando la propria gloria, ma la gloria di colui che l’aveva mandato, rimettendosi per il suo onore al solo Padre suo.

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Paolo Gulisano

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