Da oltre un mese Camillo era assente per impegni di lavoro ed i fiori da lui amorosamente coltivati, giorno dopo giorno, si sono seccati.
A mezzo metro di distanza dai fiori inariditi, ho visto intanto spuntare, crescere e fiorire tra due mattonelle sconnesse, una sgargiante bocca di leone. Subito penso ai giuochi della Provvidenza e alla potenza della vita. Quel seme seminato dal vento è cresciuto tra le intemperie come i “gigli del campo”, per di più indesiderato, destinato prima o poi ad essere strappato come erbaccia che rovina il lastrico.
Questo mi diceva che i semi della parola di Dio, i semi del Verbo, che è Dio stesso, sono seminati e coltivati in qualunque creatura, ma soprattutto scoperti e agevolati sotto ogni latitudine e in tutte le persone, anche apparentemente indegne, nelle quali il vento di Dio li ha già generosamente profusi.
Giorni fa ricevo una telefonata: Camillo mi preannuncia il suo ritorno. Lo informo della fine delle sue piante. Appena gli dissi del fiore sbocciato spontaneamente: “bisogna strapparlo subito mi raccomanda prima che danneggi il terrazzo”. Procedendo con la massima delicatezza, riesco a svellere il fiore indesiderato con tutta la radice e lo pianto in un vaso che, tornato Camillo, metto bene in mostra sul suo tavolo. Camillo, colpito dalla magnificenza del fiore, vuole saperne la provenienza. “È il fiore portato dal vento, risposi sorridendo che mi avevi raccomandato di strappare”. Mi guarda stupito e mi ringrazia di averlo trasformato in un dono che gli rallegra la stanza.
Insieme riflettiamo: Ogni persona, uomo o donna, giudeo o greco, buddista o musulmano… tutti sono potenziali contenitori dei doni di Dio.
Ciao da p. Andrea
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