L’oscurità illuminata

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 20,24-29

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Lettura

In seno alla comunità apostolica, la fede in Gesù Cristo si costruisce attorno a domande inquietanti, a dubbi fondati, a scelte difficili e all’immediata esperienza dell’incontro pasquale con il Signore nella sera del primo giorno della settimana, quando Gesù risorto appare ai discepoli richiusi nel cenacolo. Il brano evangelico presenta due scene di straordinaria potenza: quella terrena di un dubbio dichiarato, quella celeste del contatto tangibile con il Signore veramente presente.

Meditazione

La presenza di Tommaso nel gruppo dei Dodici non è casuale. Tommaso è un uomo di fede, sebbene abbia avuto la sorte di essere consegnato alla storia come un miscredente, da non imitare, almeno fino alla prova irrefutabile dell’evidenza. Eppure ha amato il Maestro con tale generosità da essere disposto ad andare a morire con lui. Di temperamento schietto, onesto e determinato, rifugge dai “si dice” e non si lascia plagiare dalle suggestioni collettive che s’intrecciano sul Risorto. La fuga dalla comunità, dopo la crocifissione di Gesù, lascia trasparire il suo sconcerto per la fine di una speranza, di un’amicizia sincera, mai conosciuta prima di allora. Rientrato nella comunità, nell’ostinazione del “Non credo se non vedo, se non metto la mia mano nel suo fianco”, vi è l’evento inatteso: l’incontro sconvolgente, il misericordioso invito a “toccare” che fa dire a Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!» e a Gesù: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto». Nei discepoli, provati dalla passione, non vi è nessuna esaltazione mistica. La fede pasquale che nasce in loro proviene dall’esperienza diretta, sotto l’azione della grazia divina. La fede di Tommaso è un richiamo per tutti a mettersi alla ricerca sincera delle ragioni per credere. È un invito a riflettere per rafforzare la fede. Scrive Papa Francesco: «Quale altra ricompensa potrebbe offrire Dio a coloro che lo cercano, se non lasciarsi incontrare?» (Lumen fidei, n. 35). Questa ricerca esige lo sforzo dell’intelligenza, la rettitudine della volontà e anche la testimonianza di altri che lo guidino nella ricerca di Dio. L’esperienza della fede è quanto plasma l’uomo nel suo incontro sia personale, sia comunitario-ecclesiale, col Signore. «Se Dio fosse il punto d’arrivo di un ragionamento, non sentirei nessuna necessità di adorarlo. Ma Dio non è solo sostanza di ciò che spero, è anche la sostanza di ciò che vivo» (Dávila).

Preghiera

Signore Gesù, la nostra fede in te, risorto e presente in mezzo a noi, è spesso debole e la nostra testimonianza meschina. In un mondo che ha perso la percezione della tua concreta presenza, dacci il coraggio dei primi discepoli per annunciarla con una fede viva, coerente e gioiosa.

Agire

Passare meno tempo davanti alla tv per dedicarne maggiormente allo studio del Catechismo e alla lettura del Vangelo.

Meditazione del giorno a cura di mons. Alberto Maria Careggio, vescovo emerito di Ventimiglia-San Remo, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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