African Migrants Crossing the Mediterranean

Wikimedia - Cortesia Guardia di Finanza

La Chiesa: voce profetica dei migranti

Gardzinski interviene all’incontro dei vescovi e direttori nazionali per la pastorale dei Migranti in Europa, a Vilnius

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“Sul piano politico, nessuna singola nazione da sola è in grado di gestire e trattare in modo adeguato le migrazioni. Si tratta di un effetto della globalizzazione, che richiede la cooperazione e la reciproca collaborazione fra gli Stati e le nazioni per affrontare la situazione della migrazione umanamente, salvaguardando la dignità umana di ogni persona”, ha dichiarato questa mattina rev. Matthew John Gardzinski, officiale del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e gli itineranti, leggendo un testo a nome del cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del su-nominato dicastero, che non ha potuto partecipare personalmente alla riunione dei vescovi e direttori nazionali responsabili della pastorale dei migranti in Europa, in corso a Vilnius.

“Così come a livello politico nessuna singola nazione è in grado di rispondere adeguatamente alla situazione della migrazione in corso, in modo analogo anche la Chiesa, deve lavorare insieme per gestire meglio le sfide che le migrazioni pongono non solo sul piano assistenziale”. Visto che il fenomeno migratorio ha negli ultimi mesi dimostrato di essere una sfida per le singole nazioni, così come per l’intera comunità europea, sollecitando i governi a trovare un approccio concreto e umano all’arrivo di un così gran numero di migranti, “la Chiesa continua a dichiarare la necessità di una prospettiva più ampia al problema, un approccio che tenga conto del criterio etico fondamentale basato sull’unità della famiglia umana e del suo sviluppo verso il  bene”, ha dichiarato Padre Gardzinski.

Per l’ufficiale del dicastero romano, il fenomeno migratorio che “è anche una via e una sfida molto evidente per noi che annunciamo il Vangelo di Cristo, e per la nostra capacità di portare l’esempio di accogliere queste persone e accettarle, a prescindere dal luogo da cui vengono e del credo che professano”.
Insomma, la Chiesa chiama a “forme di accoglienza e di ospitalità intelligenti” e a una “cultura matura dell’accoglienza”, come Papa Giovanni Paolo II aveva affermato nella sua Esortazione apostolica Ecclesia in Europa (n. 101).

Per Gardzinski, compito della Chiesa è di essere “ una voce profetica in favore dei migranti, chiedendo un approccio che è più completo e che va oltre il solo aspetto caritatevole. Ha la capacità di sensibilizzazione a livello parrocchiale locale; di incoraggiare i fedeli a votare per la giustizia e l’uguaglianza; di informare adeguatamente l’opinione pubblica per quanto riguarda la vera situazione dei migranti non solo nel Paese di accoglienza, ma anche nei rispettivi paesi d’origine”.
 

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ZENIT Staff

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