Erano oltre 3mila le persone, provenienti da tutto il mondo, giunte ieri a Calcutta per dare l’ultimo saluto a suor Nirmala Joshi, prima Superiora generale delle Missionarie della Carità dopo la beata Madre Teresa. I funerali della religiosa, scomparsa il 23 giugno scorso, hanno riunito nella casa madre di Calcutta gente di ogni estrazione sociale: politici e leader religiosi, funzionari di governom “i più poveri tra i poveri”, primi destinatari della missione delle suore di Madre Teresa.
La cerimonia, durata due ore – come riferisce l’agenzia AsiaNews – è stata presieduta dal card. Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi (Jharkhand), insieme a mons. Albert D’Souza, arcivescovo di Calcutta, e a mons. Salvadore Lobo, vescovo di Baruipur. Ad accompagnare la funzione inni e preghiere, intonati dalle Missionarie della Carità. Alle 19 (ora locale) la salma è stata tumulata nel cimitero adiacente alla cappella.
Durante il rito funebre è intervenuta suor Prema, attuale superiora generale delle Missionarie della Carità, che ha descritto suor Nirmala come l’incarnazione del coraggio e della compassione proclamati da Madre Teresa. “Ha diffuso il messaggio d’amore e di compassione – ha detto la religiosa – con tutti quelli che incontrava. Non c’erano manipolazioni, non c’erano pretese. Ha dato a ciascuno il tempo e lo spazio per comprendere le loro preoccupazioni”.
Anche Mamata Banerjee, chief minister del West Bengal, ha speso alcune parole: “Suor Nirmala aveva sempre il sorriso sul suo volto. Possiamo averla persa nel fisico, ma continuerà a vivere attraverso la sua ideologia e la sua filosofia”.
Durante i suoi 12 anni di gestione dell’ordine, fondato nel 1950 a Calcutta, suor Nirmala ha visitato molti Paesi, aperto nuove case e portato sempre più persone alle Missionarie della Carità, che ora contano oltre 4.500 religiose in 133 nazioni.