Secondo l’arcivescovo di Philadephia, monsignor Charles Chaput Joseph, il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie a Filadelfia a settembre avrà il potere di ridare energia alla sua città e di aiutare le famiglie di tutto il mondo.
In un’intervista concessa a ZENIT, Chaput ha confidato le sue speranze per la visita del Papa alla sua città. Il Santo Padre effettuerà la sua prima visita apostolica negli Stati Uniti dal 22 al 27 settembre, appositamente per l’occasione. Prima di giungere a Philadelphia, Francesco andrà a Washington, dove incontrerà il Presidente Obama, sarà ricevuto dal Congresso, e canonizzerà fra Junipero Serra. Andrà poi a New York, dove sarà ricevuto dalle Nazioni Unite, prima di fare la sua ultima tappa nella “Città dell’Amore Fraterno”.
Monsignor Chaput ha riflettuto anche su come Papa Francesco stia affrontando il tema della famiglia in continuità con i suoi predecessori e ha osservato come la “Divina Provvidenza” abbia fatto in modo che questo Incontro avvenga appena una settimana prima dell’apertura dell’Assemblea Generale Ordinaria XIV del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia. A coloro che non potranno essere presenti, l’arcivescovo manda a dire che comunque potranno ascoltare le buone notizie provenienti dall’Incontro.
A margine della presentazione dell’evento presso la Sala Stampa della Santa Sede, Chaput ne ha illustrato i dettagli, riflettendo anche sul significato della presenza del Santo Padre.
Qual è il significato della partecipazione Papa Francesco all’Incontro Mondiale delle Famiglie a Philadelphia? Quali sono le sue speranze per questo evento, soprattutto alla luce del fatto che il Santo Padre ha detto che visiterà gli Stati Uniti in modo particolare per partecipare all’Incontro?
Beh, ultimamente Philadelphia ha vissuto dei momenti difficili. Abbiamo avuto difficoltà con i casi di abusi sessuali negli Stati Uniti. Abbiamo poi dovuto accorpare molte parrocchie, chiudere varie scuole e ridimensionare molte cose. Quindi vedo l’Incontro Mondiale delle Famiglie come una grande occasione per la Chiesa di Philadelphia per ‘riorganizzarsi’ e tornare a fare cose buone. Inoltre la visita del Santo Padre servirà per ridarci energia ed un sacco di fiducia in noi stessi. Penso che sarà un momento estremamente importante per Philadelphia.
Per quanto riguarda l’intero paese, gli Stati Uniti, e il mondo, questo Incontro avrà ugualmente un’enorme importanza, perché non ho alcun dubbio che ci sarà una grande attenzione puntata su Philadelphia, visto che un gran numero di richieste che abbiamo ricevuto sono arrivate dai media internazionali. Così la gente si concentrerà su ciò che accade lì. Pertanto, abbiamo bisogno di fare in modo che ciò che accadrà sarà davvero un momento positivo e generativo per gli individui e le famiglie, in modo che essi possano realmente migliorare la propria vita familiare e tornare a impegnarsi in un amore sacrificale a servizio dei membri della propria famiglia. Questa è la mia speranza e questo è il nostro obiettivo.
Taluni fanno notare il legame tra la partecipazione di numerose famiglie al Congresso Mondiale delle Famiglie a Philadelphia, nel mese di settembre, e l’assemblea dei vescovi di tutto il mondo, in occasione del Assemblea Sinodale Ordinaria sulla famiglia, che si terrà nel mese successivo. Qual è la sua opinione sul legame tra i due eventi dedicati alla famiglia?
Troppo poco tempo separa l’Incontro mondiale delle famiglie e il Sinodo per essere metabolizzato e poi compreso. Penso sarà più una questione di impressioni. O forse i grandi temi e le conversazioni troveranno la loro strada nel Sinodo. Comunque la Provvidenza di Dio ha fatto sì che l’Incontro si svolga in un dato momento e in un dato luogo e sia stato annunciato prima del Sinodo. Confidiamo quindi che la provvidenza di Dio porterà le due cose insieme in qualche modo.
Papa Giovanni Paolo II istituì l’Incontro Mondiale delle famiglie nel 1994. Per quanto riguarda l’attenzione per la famiglia, si potrebbe parlare di continuità tra il pontificato di San Giovanni Paolo II e quello di Francesco? Rispetto ad allora cosa è cambiato nelle problematiche relative alla famiglia?
Penso che papa Giovanni Paolo II abbia trovato di grande utilità le Giornate Mondiali della Gioventù e, vedendo che la famiglia è essenziale per tutto nella nostra vita, pensò di fare la stessa cosa per le famiglie. Negli Stati Uniti, non vi è mai stato un grande interesse per l’Incontro Mondiale delle Famiglie. Io sono stato all’ultimo, a Milano, nel 2012 e gli americani erano molto pochi. Quindi spero che questo evento possa essere l’inizio di una maggiore partecipazione all’Incontro Mondiale delle Famiglie da parte dei nostri connazionali. E se la vita di famiglia è stata afflitta da problemi durante il pontificato di Giovanni Paolo II, oggi la situazione è ancora peggiore. Pertanto, penso vi sia una continuità ed è una benedizione provvidenziale avere queste opportunità. E sono molto felice che papa Francesco abbia deciso di proseguire questo approccio innovativo alla evangelizzazione delle famiglie che è stato tracciato da Papa Giovanni Paolo II.
Avete istituito delle borse di studio alle famiglie di tutto il mondo, di modo che tutti possano partecipare, indipendentemente dalla loro situazione finanziaria. Concretamente, però, cosa potrà fare chi non sarà presente o non potrà venire?
Speriamo davvero possano venire persone da tutto il mondo, vista la notevole copertura mediatica. In termini di comunicazione, ci accingiamo a essere molto dipendenti dalle agenzie di stampa per condividere la buona notizia dell’evento con il resto del mondo. So che l’ufficio dell’Incontro Mondiale delle Famiglie presso il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha messo a punto materiali a disposizione della Chiesa universale. Non siamo però ancora nelle condizioni di sapere cosa vi sarà per l’Incontro Mondiale.