Proprio nei giorni in cui fervevano i preparativi per il Family Day a Roma, una buona notizia per i sostenitori della famiglia naturale è arrivata da Vienna.
Il 18 giugno scorso, il parlamento austriaco ha bocciato il progetto di legge per l’equiparazione dei diritti delle coppie gay e lesbiche al matrimonio, tecnicamente definita “diritto umano di matrimonio ugualitario”. Il voto si è risolto con 110 contrari e appena 26 favorevoli.
Soltanto il partito dei Verdi ha votato compatto a favore dell’equiparazione, mentre il Partito Socialdemocratico (che pure era stato l’originario estensore della proposta) si è allineato al Partito Popolare nel mantenimento dello status quo, verosimilmente per non creare spaccature nella “grande coalizione” che governa l’Austria.
Si tratta del primo voto parlamentare in un paese dell’Unione Europea sul tema del matrimonio omosessuale, dopo l’approvazione, lo scorso 12 marzo, da parte dell’Europarlamento, del rapporto che incoraggia gli stati membri – pur non vincolandoli – a “contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento dei matrimoni omosessuali e delle unioni dello stesso sesso come questione politica, sociale e di diritti umani e civili”.