Alla fine quello che più si temeva è accaduto: due antichi mausolei custoditi nei pressi di Palmira sono stati distrutti dalla furia dei miliziani dello Stato Islamico, che si teme ora possa radere al suolo l’intero sito archeologico romano, dichiarato patrimonio dell’umanità all’Unesco. Il quale, tuttavia, non ha ancora dato conferma della notizia, seppur sui canali web del califfato siano state diffuse foto delle macerie.
Sempre in Siria i jihadisti hanno attaccato ieri la città di Hassakè, capoluogo dell’omonimo governatorato controllato dal regime e dai curdi, a nord est del paese, con tre kamikaze che hanno lasciato sul terreno circa dieci morti e decine di feriti. Sembra che l’azione terroristica sia una ‘risposta’ alle forze curde siriane che, nelle scorse settimane, sono riuscite a strappare all’Isis la localita’ di Ain Aisa, a 50 km da Raqqa, roccaforte dei jihadisti in Siria.
La successione di attacchi – informa l’agenzia Fides – è iniziata infatti con una deflagrazione presso una cisterna adiacente a un presidio delle milizie curde. Poi un camion pieno di esplosivo è stato fatto esplodere all’ingresso nord-orientale della città. Un altro attentato è avvenuto nei pressi di una fabbrica di acqua minerale. Ai tre attacchi compiuti con l’esplosivo si è poi aggiunto un blitz realizzato da un commando composto da tre miliziani contro una caserma dell’esercito governativo, nel centro della città. Prima di essere eliminati, i tre del commando hanno ucciso due ufficiali e quattro soldati. La serie di attentati ha scandito le due ore serali in cui la popolazione esce dalle case per rifornirsi di cibo e bevande e rompere il digiuno del Ramadan.
Come spiegato a Fides dall’arcivescovo siro-cattolico Jacques Behnan Hindo, “l’intenzione era evidentemente quella di fare più danni e diffondere più terrore possibile, colpendo sia i miliziani curdi, sia l’esercito governativo. D’altro canto – ha aggiunto – queste azioni appaiono come dei gesti disperati di chi sta perdendo terreno. I jihadisti del Daesh (acronimo arabo per indicare lo Stato Islamico, ndr) avevano provato ad entrare a Hassakè e sono stati respinti. Nelle ultime ore hanno perso molto terreno e molti uomini a causa dell’offensiva delle milizie curde, che hanno prevalso negli scontri vicino alla città di Ain Issa e adesso avanzano verso Raqqa, la roccaforte jihadista. Per questo le iniziative isolate di alcuni miliziani jihadisti a Hassakè sembrano più che altro un indizio di debolezza, da parte di chi agisce senza seguire una chiara visione strategica”.
Mentre da Ginevra la Commissione d’inchiesta Onu sulla Siria ha denunciato come i civili non siano soltanto vittime collaterali del conflitto, ma anche bersagli, proseguono le aggressioni dei jihadisti in Iraq, in nome della “guerra santa contro gli infedeli”. L’Isis ha esortato infatti i propri seguaci a intensificare gli attacchi durante il Ramadan, diffondendo video di cruente esecuzioni di uomini considerate presunte spie e traditori. Il paese, tra l’altro, ospiterà la prossima settimana un vertice dei rappresentanti di Iran, Siria e Iraq per coordinare un lavoro congiunto contro il sedicente Stato Islamico.