La violenza sessuale nei conflitti e i nuovi obiettivi per lo sviluppo post 2015 sono stati i temi centrali del discorso pronunciato dall’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente delle Nazioni Unite, durante i negoziati intergovernativi a New York. Il rappresentante vaticano ha espresso particolare soddisfazione per l’adozione di una bozza di risoluzione riguardo ad una Giornata internazionale per eliminare la violenza sessuale nei conflitti, attualmente all’esame dell’Onu.
Essa – ha dichiarato Auza, come riportato dalla Radio Vaticana – è frutto di “duro lavoro” negoziale, capeggiato dalla missione permanente dell’Argentina, che ha saputo creare un ambiente di cooperazione durante l’intero processo, cosi come evidenzia il presule. L’arcivescovo ha poi condannato con la massima fermezza “tutte le forme di violenza contro i civili”, “reiterando i numerosi richiami di Papa Francesco di porre fine all’uso della violenza specie contro i bambini, le donne e le ragazze, in situazioni di conflitto armato, o seguenti e collegate un conflitto”. Tali atti – ha detto – rappresentano “gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali”.
Ricordando che la delegazione della Santa Sede ha lavorato a stretto contatto con i promotori e le altre delegazioni per arrivare a una risoluzione cui potrebbe dare pieno supporto, l’osservatore vaticano ha richiamato l’uso di un linguaggio più chiaro e definito per potere sciogliere le “forti riserve” della Santa Sede su alcuni passaggi, da mettere a verbale.
Critiche costruttive sono state poi espresse anche sull’Agenda per lo sviluppo post 2015, formulata nella bozza “Zero”. Mons. Auza ha evidenziato “l’esigenza di mettere al centro la persona umana, non solo come principale beneficiaria dello sviluppo sostenibile, ma anche come suo agente e amministratore, che lavora in solidarietà con i più bisognosi per il bene comune della società e dell’ambiente”. Ha poi chiesto di evitare termini e concetti ambigui nella “dichiarazione politica”, che “deve essere idealistica e convincente, volta a inspirare e non frustrare, a unire e non dividere”.
Da qui il suggerimento di snellire alcune lungaggini nel testo, adottando anche il metodo dei social media, per essere più efficaci nel sollecitare la riflessione e interessare ai contenuti. Infine, anche una raccomandazione di non imporre ai Paesi obiettivi e indicatori contrari alle leggi e ai valori dei loro popoli.