Una risposta all’appello di papa Francesco a “ripensare l’evangelizzazione nella gioia del Vangelo per trovare nuove vie su cui camminare nei prossimi anni”. È con questo spirito che è stato redatto documento finale siglato dai partecipanti al XVI Seminario Mondiale dei Cappellani Cattolici dell’Aviazione Civile e Membri delle Cappellanie Aeroportuali, tenutosi a Roma dal 10 al 13 giugno.
“Le parole del Papa durante l’Udienza Privata – scrivono i cappellani – ci hanno ricordato che l’aeroporto, per vari motivi, può essere considerato una città accanto alle grandi metropoli. Qui s’incontrano diverse categorie di persone: bambini, giovani, adulti e anziani. È anche una realtà in cui ci si confronta con la precarietà, la povertà, le migrazioni: situazioni che il Magistero della Chiesa affronta insieme alle autorità nazionali e internazionali”.
Tra i propositi del documento finale c’è quello di “guardare con misericordia le persone che incontriamo negli aeroporti e con cui condividiamo a tempo pieno le nostre giornate” e di vivere questo ministero pastorale “con attenzione alla compassione divina, affinché tutti ne possano godere”.
Gli aeroporti , proseguono i cappellani, sono luoghi toccati da “complesse realtà che coinvolgono diverse categorie di persone”: dai “lavoratori aeroportuali, ai passeggeri senza documenti, ai migranti e richiedenti asilo, che finiscono per essere detenuti in alcuni locali aeroportuali per brevi o lunghi periodi, a volte senza un’adeguata assistenza umana e spirituale”.
Al tempo stesso, però, le cappellanie aeroportuali sono uno “spazio di Dio, dove si sperimentano la gioia dell’incontro, la solidarietà e l’amicizia” e in cui si manifesta “la sollecitudine della Chiesa, soprattutto nelle situazioni umane toccate dalla sofferenza e dallo smarrimento”.
Impegnandosi ad essere “missionari in ascolto del Vangelo” e promotori dello “spirito dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso”, i cappellani “vogliono presentare la Chiesa come madre sollecita e premurosa, avvicinando i passeggeri in transito con la stessa cura di Cristo, offrendo la possibilità dell’incontro con Dio anche a chi non lo cerca” e vivere l’Anno Santo della Misericordia come “come l’anno del Kairos, in cui l’opportunità della misericordia di Dio si offre a tutti”.