Il prossimo 1 luglio l’Università LUMSA metterà la lente di ingrandimento sullo Sport, con una tavola rotonda per la quale sono stati mobilitati i vertici della cultura cattolica e del mondo olimpico, quali il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi, il rettore della Lumsa, Francesco Bonini, il presidente del CONI, Giovanni Malagò, mons. Mario Lusek, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della CEI.
Il successo dello sport oggi è indiscutibile. Esso possiede una capacità di mobilitazione di interessi e passioni che altre istituzioni e dottrine vorrebbero avere. Secondo gli organizzatori dell’evento, tra cui Raniero Regni, Edio Costantini, Melchor Sanchez e Mario Lusek, questo accade perché lo sport parla al cuore umano. Al centro dell’essere umano c’è una tensione che genera inquietudine ed agonismo. L’essere umano non vive di sola utilità e sembra avere uno straordinario bisogno di ciò che appare superfluo, improduttivo, senza scopo, futile, ma anche libero e infinito. È questa la dimensione ludica dello sport che è e deve rimanere fratello gemello del gioco. E, nel gioco, c’è il rapporto con il destino, la tensione tra il finito e l’infinito, che lo apparenta al rito e al mito. La bellezza, la forza, il fair play, la generosità, il coraggio, la nobiltà d’animo, la gratuità, sono valori che lo sport mobilita e che vanno però educati ed indirizzati allo sviluppo umano nella sua totalità.
Il successo dello sport lo espone però anche a forme di degenerazione di cui si parla ogni giorno. Sono le degenerazioni della spettacolarizzazione, dello sfruttamento economico, dell’agonismo esasperato, del doping, della violenza. Quasi a voler testimoniare che per ogni fisiologia c’è sempre il rischio di una patologia, che è una riduzione ed un malfunzionamento unilaterale. Questo accade quando si perde di vista lo sviluppo umano e sociale nel suo complesso, quando si perdono di vista i valori che la pratica sportiva dovrebbe comportare, quando si perde di vista l’integrità della persona come corpo, anima e spirito, cioè quando si perde di vista il grande valore educativo che lo sport possiede con il suo potere di umanizzazione.
E’ soprattutto di questi aspetti educativi che si parlerà nella Tavola rotonda dal titolo emblematico “Nel cuore dello sport”, voluta fortemente dal Magnifico Rettore della LUMSA Francesco Bonini, a cui accenna il sottotitolo, Se l’educazione fa centro, con un confronto profondo e serrato tra una visione laica ed una visione religiosa della ludicità e dello sport, con le preziose testimonianze del Cardinal Ravasi e del Presidente Malagò. La LUMSA ha aperto le porte alla tematica per far emergere le diverse sfaccettature della complessa immagine dello sport nel momento attuale, con la certezza che dal confronto sortirà una proposta condivisa che metta al centro l’educazione.
Questa tavola rotonda che sarà coordinata da Giampiero Spirito responsabile dei servizi sportivi di TV 2000, vuole rappresentare anche un assaggio di quello che sarà il corso di Perfezionamento universitario in Formazione e management dello sport, il cui percorso verrà presentato al termine del convegno. (v. Comunicato n°2)
Il direttore del Corso, Raniero Regni, ha dichiarato che con l’iniziativa della LUMSA si intende passare dalla teoria alla pratica con proposte, anche provocatorie, sul piano operativo per gli educatori, per gli animatori e per tutti coloro che lavorano con i giovani e lo sport.
L’intento: rilanciare lo sport come mezzo di educazione, e persino come mezzo di evangelizzazione, senza strumentalizzazioni, ma anzi restituendo allo sport e al gioco la grazia e lo splendore che testimoniano la bellezza e la bontà creaturale. La priorità: educare allo sport e con lo sport.