Alle ore 16,30 Papa Francesco si è recato nella “Piccola Casa della Divina Provvidenza”, conosciuta anche con il nome di Cottolengo dal nome del suo fondatore san Giuseppe Benedetto Cottolengo.
Il Papa si è trattenuto per circa un’ora per un incontro personale con i pazienti. Ha fatto un breve discorso respingendo la cultura dello scarto. Ai malati, ai disabili, ai malati di SLA, agli assistenti sanitari, alle suore, ai sacerdoti, ai volontari ha detto “grazie a quello che fate con tenerezza e amore”, ed ha chiesto preghiere per la Chiesa.
In questo contesto è interessante ricordare la storia di Giuseppe Benedetto Cottolengo nato da Giuseppe Antonio e Benedetta Chiarotti, primo di dodici figli.
Durante la sua adolescenza avvenne la Rivoluzione francese. Scoprì la vocazione al sacerdozio, fu ordinato l’8 giugno 1811, e nel 1818 venne chiamato nella congregazione dei Canonici del Corpus Domini.
Il 2 settembre 1827 Giuseppe Benedetto Cottolengo fu chiamato al capezzale di Giovanna Maria Gonnet, una donna francese al sesto mese di gravidanza, affetta da tubercolosi e morente.
Il marito l’aveva portata in più ospedali di Torino, ma in nessuno venne accettata perché le inevitabili perdite di sangue avrebbero potuto innescare un’epidemia tra le altre madri e i neonati.
Di fronte alla tremenda agonia della giovane, lasciata morire in una misera stalla circondata dal dolore dei suoi figli piangenti, Giuseppe Benedetto Cottolengo sentì l’urgenza interiore di creare un ricovero dove potessero essere accolti e soddisfatti i bisogni assistenziali che non trovavano risposta altrove.
Un luogo dove venivano accolti e assistiti chi veniva rifiutato dagli altri.
Con l’aiuto di alcune donne, il 17 gennaio 1828 aprì nel centro di Torino il “Deposito de’ poveri infermi del Corpus Domini”, casa che nel 1832 divenne “Casa della Divina Provvidenza”, più nota come “Cottolengo”.
Attualmente l’istituto si occupa di assistenza ai portatori di handicap fisici e mentali, agli anziani, agli ammalati in genere, ai minori orfani o comunque senza famiglia, ai tossicodipendenti, ai poveri senza fissa dimora e agli extracomunitari.
Nella casa madre di Torino gli assistiti sono 420. Accanto alle strutture per disabili opera l’ospedale, che dispone di 203 posti letto. Tra suore operative e anziane a riposo vivono inoltre nella casa madre oltre 600 religiose. Nell’istituto operano 1.200 volontari dell’Associazione volontariato cottolenghino, che accoglie, in totale circa 2000 persone
In Italia le case di assistenza sono 35, con circa 1.700 assistiti.
Il Cottolengo è presente anche all’estero con una quindicina di succursali in India, Kenya, Ecuador, Stati Uniti e Svizzera.
Il santo sacerdote ha dato vita ad all’Istituto religioso delle suore ed ai fratelli e la società dei sacerdoti a lui intitolati.