Pope Francis delivers a speech in Piazzetta Reale during his visit in Turin

ANSA

Il Papa ai torinesi: “Non rassegnatevi alla crisi”

Nel suo incontro con il mondo del lavoro in piazzetta Reale, Francesco raccomanda l’investimento nel campo della formazione, per frenare il fenomeno dell’abbandono scolastico ed universitario

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Il “no” alla cultura dello scarto si estende anche al settore lavorativo ed è strettamente legato al “no” alla corruzione. Su questi temi si è aperta in piazzetta Reale alle 8.30, la visita di papa Francesco a Torino.

Nel suo incontro con i rappresentanti del mondo del lavoro, il Santo Padre ha ascoltato tre testimonianze: un imprenditore, un’operaia e un agricoltore. Tutti provati dalla crisi economica che ha coinvolto in modo particolarmente accentuato una città che, più di altre, ha vissuto il non facile processo della de-industrializzazione e l’eclissi del settore manifatturiero.

Da parte sua, il Pontefice ha avuto l’occasione per ribadire il proprio pensiero in tema imprenditoriale e lavorativo: “Il lavoro – ha sottolineato – non è necessario solo per l’economia, ma per la persona umana, per la sua dignità, per la sua cittadinanza e per l’inclusione sociale”.

In questo scenario si aggiunge l’immigrazione che “aumenta la competizione”, tuttavia, ha sottolineato il Papa, “i migranti non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell’inequità, di questa economia che scarta e delle guerre”.

L’“economia dello scarto”, ha ribadito Francesco ha come vittime i “bambini”, con la “natalità zero”, gli “anziani” e, negli ultimi tempi, anche i “giovani”, dei quali “più il 40%”, ha ricordato, sono disoccupati.

Siamo dunque chiamati, ha detto il Pontefice, ha proclamare tre grandi “no”, a partire dalla “idolatria del denaro, che spinge ad entrare a tutti i costi nel numero dei pochi che, malgrado la crisi, si arricchiscono, senza curarsi dei tanti che si impoveriscono, a volte fino alla fame”.

Il secondo “no” è alla “corruzione”, diffusa al punto da sembrare “un comportamento normale”.

Dal Santo Padre è infine giunto un “no” alla “inequità che genera violenza”, contro la quale “il metodo migliore è quello preventivo”, come insegnava don Bosco.

Tornando a parlare della crisi, il Papa ha esortato i torinesi a non attendere passivamente la ripresa ma a collaborare attivamente per “un modello economico che non sia organizzato in funzione del capitale e della produzione ma piuttosto del bene comune”.

In particolare le donne, “che pure portano il maggior peso nella cura della casa, dei figli e degli anziani, sono ancora discriminate, anche nel lavoro”, pertanto i loro diritti “vanno tutelati con forza”, ha aggiunto.

Francesco ha quindi incoraggiato l’investimento nel campo della “formazione”, invertendo la tendenza che, negli ultimi anni, ha visto “calare il livello medio di istruzione, e molti ragazzi abbandonare la scuola”.

Il supermento della crisi richiede quindi un “patto sociale e generazionale”, ovvero che si riattivi “una solidarietà tra le generazioni”, al fine di “recuperare la fiducia tra giovani e adulti”. In tal senso, il Pontefice ha indicato un esempio concreto nell’Agorà, portata avanti dalla diocesi torinese.

Altre possibilità sono quelle di un “credito per nuove iniziative”, l’attivazione di un “costante orientamento e accompagnamento al lavoro”, il sostegno all’apprendistato e il “raccordo tra le imprese, la scuola professionale e l’Università”.

In conclusione, il Santo Padre ha chiesto “coraggio” ai torinesi: una parola che non significa “rassegnatevi” ma, “al contrario: osate, siate coraggiosi!”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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