Sua Maestà Demagogia e la rivelazione da se stessi e da Satana

Privi di forza di testimonianza di fede, sprigioniamo energia di testimonianza del male

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In questa nostra società sua Maestà Demagogia vince più volte ogni battaglia di potere su chi vuole abbattere il suo regno, superando di poco Sua Maestà Indifferenza e Sua Maestà Maldicenza, da secoli in lotta per contendersi il primato sulla testa degli uomini. Le tre “nobili concorrenti” si collocano nei posti chiave della società, in relazione alla variabilità del cuore e della mente di una comunità. D’altronde queste movimentate pretendenti sono per natura interconnesse tra di loro. Si capiscono in tutto, insomma! Sanno di avere in pugno ogni essere umano e abusando della sua debolezza fanno di tutto, con modi diretti e indiretti, per spingerlo a rovinare se stesso e di riflesso ad inquinare l’intera collettività. Le facili promesse, tipiche oggi di un certo sistema di potere in ogni Paese, rappresentano un cancro velenoso per la stabilità democratica di un qualsiasi contesto sociale, grande o piccolo che sia. Il demagogo è l’espressione di una rivelazione inquinata dell’uomo, pronta nel tempo a minare la solidità strutturale che circonda una collettività. Le azioni e le scelte di ognuno rivelano un qualcosa del proprio modo di essere e del porsi davanti al prossimo. Scegliere una via anziché un’altra è quindi rivelazione. Dire una parola anziché un’altra è sempre rivelazione. Compiere un gesto anziché un altro è chiara rivelazione. Fare o non fare una cosa, dire o non dire una cosa è per tutti rivelazione. Cristo stesso è rivelazione quando parla e testimonia con la sua vita in ogni attimo del suo agire.

Leggo negli appunti in rete di Mons. Di Bruno: “Ogni cosa che Gesù fa, anche la più piccola e apparentemente insignificante, o che ai nostri occhi potrebbe apparire assurda, è carica di grande rivelazione. Lui è sempre per noi rivelazione. Lo è con la parola e con le opere, con i gesti e con le azioni da lui compiuti. Ogni sua scelta manifesta non solo la verità del suo essere, ma anche della sua missione. Noi che da credenti dovremmo essere suoi discepoli, siamo chiamati a manifestare con gli atti, i gesti, le azioni, le opere, le parole, il corpo, la verità del nostro essere e della nostra missione. Se questo non avviene è segno che siamo privi di forza di testimonianza di fede, mentre sprigioniamo energia di testimonianza del male. Non è difficile perciò comprendere quale sia la differenza sostanziale tra l’opera dell’uomo e quella del Cristo che si sceglie, spesso solo a parole, come punto di riferimento. Il Figlio dell’Uomo è stato rivelazione assoluta del Padre e di ogni sua volontà. Noi cristiani siamo in mille occasioni rivelazione da noi stessi e della volontà degli altri, se non a volte di quella del diavolo. Le decisioni della finanza, della politica, delle professioni, delle categorie produttive, del mondo della cultura, dello sport, del divertimento, della religione, del giornalismo, quante volte hanno provocato malessere sociale; perdita di dignità; processi sommari; crisi economiche; sfiducia in se stessi e nel futuro di una intera comunità? Purtroppo è un film che va in onda di frequente.

Quando sono gli interessi di parte ad influenzare la gente o le tendenze pilotate a massacrare il concetto di economia sociale, di famiglia, di democrazia e di convivenza pacifica, significa che la società rivela di se stessa una dipendenza nemica dell’uomo. Un neo vassallaggio pilotato da altri, con forti radici nel male “dorato” che solo Satana, oggi “emancipato e innovato”, sa pilotare con il concorso delle azioni umane. La stessa cosa succede quando un certo giornalismo, ora accentuato con internet, “spara” su cose o persone, non funzionali a certi criteri personali o ai poteri di un qualche gruppo. Sullo sfondo prende forma di fatto il pericolo crescente di un populismo penale, capace di far arretrare la società verso strane idee di vendetta e nuovi indirizzi razziali, come ha sottolineato l’altro giorno in una Lectio Magistralis all’Università di Catanzaro il Presidente Luciano Violante, mutuando il pensiero di Papa Francesco.  Così il Santo Padre:Non si cercano soltanto capri espiatori che paghino con la loro libertà e con la loro vita per tutti i mali sociali, come era tipico nelle società primitive, ma oltre a ciò talvolta c’è la tendenza a costruire deliberatamente dei nemici:figure stereotipate, che concentrano in sé stesse tutte le caratteristiche che la società percepisce o interpreta come minacciose. I meccanismi di formazione di queste immagini sono i medesimi che, a suo tempo, permisero lespansione delle idee razziste. I gesti di disperazione abituali; le prese di posizione impulsive; le leggi contro la natura dell’uomo; i talk show televisivi che puntano a far passare una certa verità; le tante paure quotidiane; le chiusure verso la disperazione che avanza dalle coste africane, sono rivelazione di un genere umano in affanno e che ha bisogno urgentemente di vivere un nuovo Umanesimo. Una moderna sapiente fase storica che non sia scritta solo sulla carta dai Soloni di turno, siano essi laici o religiosi, ma possa realizzarsi attraverso un vero progetto della Parola, vissuto in pienezza e in tutte le sue articolazioni. Dentro questa cornice soprannaturale verranno di certo meno “Sua Maestà Demagogia” e la rivelazione quotidiana da se stessi e dal demonio. In una società in cammino è giusto che ogni azione compiuta si riveli dalla luce della sapienza divina, se si vuole guardare ad un futuro di giustizia e di benessere per tutti.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui.

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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