Si è inaugurata lunedì 15 giugno negli splendidi spazi del CAMUSAC, Cassino Museo Arte Contemporanea, la collettiva Nuove proposte e acquisizioni, comprendente anche un Omaggio ad Achille Pace. Il museo cassinate, che vanta tra le collezioni private d’arte contemporanea più significative e di spessore del meridione, inaugura il suo terzo anno di attività con una collettiva dall’indubbio spessore artistico e curatoriale che ha fatto registrare all’opening una grande affluenza, con un pubblico attento e interessato. Dopo le personali di Castellani e Saito incentrate sul numero e la misura, la complessità fotografica degli scatti di Longo e le enormità installative in bilico di Nagasawa, dopo l’imponente mostra di sculture di Spagnuolo e la calibrata mostra di rilievi di Simeti, il Museo offre un’opportunità di osservazione delle sue nuove acquisizioni e di alcune giovani proposte che rivelano l’interesse dell’istituzione ad articolare le dotazioni già ampie di scultura con nuovi pronunciamenti di carattere pittorico plastico. Una collettiva che dimostra la vitalità della Fondazione Longo, la qualità delle proposte e una linea d’azione nel campo della cultura e dell’arte perseguita con convinzione e competenza esclusivamente con i propri mezzi. La collezione, come intesa dal Museo, è un nucleo vivo che si espande e la stessa struttura non accoglie freddamente le opere d’arte ma le stimola e le fa crescere attuando un’azione prima di tutto culturale e didattica, andando a colmare le gravose lacune della politica e delle istituzioni locali.
La rosa di nomi comprende gli artisti Carlo Colli, Lindo Fiore, Raffaella Formenti, Abel Herrero, Karpüseeler, Ümit İnatçı, Luigi Magli, Giulia Marchi, Bruno Marcucci, Nevio Mengacci, Vincenzo Merola, Klaus Münch, Gianfranco Notargiacomo, Carlo Rea, Mario Sughi, di ciascuno dei quali sono presentate tre opere, soprattutto degli ultimi anni. Nella compagine ordinata secondo un criterio di poetica individuale a confronto, senza che si pretenda di indicare alcuna tendenza ma presentando invece più linee di analisi e di osservazione, si riconoscono artisti dai percorsi già consolidati come quelli di Notargiacomo, storico esponente della pop art romana, di Fiore, tra le personalità artistiche più interessanti del cassinate, di Marcucci, di Münch, di Mengacci e Magli, mentre di altri come Rea, Herrero, Formenti, Marchi, Karpüseeler, İnatçı, Colli, Merola e Sughi si prendono in considerazione i risultati di percorsi più recenti, lungi dal rappresentare linee di lavoro quanto piuttosto tracce di ricerca e di innovazione strumentale e tecnica. Tutte le opere, nel respiro spaziale del museo, acquistano sensi e sfumature diverse, dialogano tra di loro e costruiscono linee di visione e orizzonti di senso che sicuramente attraggono e incuriosiscono lo spettatore. Un nucleo rappresentativo di lavori di Achille Pace, protagonista del dibattito artistico sin dalla fine degli anni Sessanta, nonché pioniere della prima aggregazione del Gruppo Uno, sono esposti con l’obiettivo di gettare nuova luce sull’artista molisano, grande inventore e promotore del Premio Termoli di cui è stato l’anima. La mostra che resterà aperta sino ad ottobre, con orari di apertura dalle 15 alle 19 tutti i giorni e a ingresso gratuito, è curata dal celebre critico Bruno Corà, animatore negli anni passati, in qualità di professore dell’Università di Cassino, di una serie di convegni e incontri internazionali d’arte e attualmente presidente della Fondazione Burri, e dal sottoscritto.
Al Camusac si è sempre percepito in maniera concreta il profondo interesse per l’arte, un’inclinazione alla valorizzazione e condivisione delle opere capace di rendere vitale un luogo nato dallo spirito collezionistico della famiglia Longo la quale dal 1990 ha optato per i linguaggi più avanzati del contemporaneo. Sotto la guida di Corà si è venuta configurando col tempo una Raccolta che, per complessità e qualità, si è posta come unicum nel panorama collezionistico italiano. Il Museo nasce quindi con una storia complessa come anche gli spazi espositivi si sono formati e continuano a modularsi attraverso la proficua contaminazione tra il luogo privato della famiglia e gli spazi fruibili al pubblico. Questa storia interna di allestimenti progressivi e di innesti tra casa e museo, portata avanti dal 2013, si accresce quindi di una collettiva che vede la presenza di quindici artisti tra nuove acquisizioni e proposte. La vitalità della rassegna è quindi il linguaggio, o meglio la diversità delle forme linguistiche e segniche presentate, che si vuole indagare nell’unicità dei lavori e nella complessità degli esecutori e delle singole poetiche.