Non si arresta l’eco mondiale della Enciclica di Papa Bergoglio “Laudato Si’. Sulla cura della casa comune”. Il documento magisteriale, pubblicato ieri 18 giugno, ha riscosso più plausi di quanto facevano invece presagire le forti critiche ricevute ancor prima che si conoscesse il titolo.
Merito di un testo che non si limita ad essere una Enciclica “verde” o “ecologica”, nonostante la sua colonna vertebrale sia di natura ambientale, ma una vera e propria “Summa Ecologica” – come genialmente definita da alcuni colleghi – in cui il Papa abbraccia il Creato a 360° (dalle piante alla persona umana), ampliando lo sguardo a tutti gli spazi in cui si consuma la vita umana, senza dimenticare le questioni di bruciante attualità. Povertà, rifugiati, gender, solo per citarne alcuni.
Il tutto fatto ad hoc per rispondere a quell’appello di una “ecologia integrale”, che renda l’uomo – al di là del suo credo religioso – consapevole che “la sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile, poiché sappiamo che le cose possono cambiare.”
In 192 pagine il Papa ha dunque sparso semi in tutto il mondo, di modo che ognuno abbia potuto cogliere il messaggio di cui necessitava. Non solo i media, i fedeli e il clero mondiale, ma anche i ‘potenti della terra’. E dalle reazioni, come accennato, pare abbia colpito nel segno.
Ne sono una dimostrazione, ad esempio, le entusiaste dichiarazioni a caldo del presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim, subito dopo la promulgazione dell’Enciclica. Quasi un paradosso visto che uno dei passaggi più forti del documento sia l’attacco frontale del Papa alle banche, il cui “salvataggio ad ogni costo” – scrive – a scapito della popolazione, “riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura”.
Kim tuttavia ha affermato in una nota: “L’Enciclica di Papa Francesco dovrebbe servire come un duro monito per tutti noi sul legame intrinseco tra il riscaldamento climatico e la povertà”. “L’impatto del cambiamento climatico è più devastante per le persone che vivono in estrema povertà’”, ha aggiunto, precisando che negli ultimi 30 anni le catastrofi naturali hanno provocato la morte di oltre 2,5 milioni di persone e quasi quattro miliardi di dollari di danni. Secondo il numero uno della Banca mondiale, l’Enciclica papale “giunge in un momento cruciale”, pertanto “dobbiamo cogliere questa stretta finestra di opportunità e intraprendere azioni e politiche ambiziose per proteggere le persone e l’ambiente. Questo – ha concluso – un compito urgente, un obbligo morale ed etico per tutti noi”.
Non da meno il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ha dato il suo “benvenuto” al testo di Bergoglio, esprimendo – in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca – profonda ammirazione per “la decisione del Papa di sollevare il caso, con chiarezza e potenza e con l’autorità morale della sua posizione, per un’azione globale sui cambiamenti climatici”. “Come ha così eloquentemente affermato il Papa, abbiamo la profonda responsabilità di proteggere i nostri figli e figli dei nostri figli dagli impatti dannosi dei cambiamenti climatici”, ha affermato Obama.
Ha poi assicurato che gli Stati Uniti saranno “tra i leader di questi sforzi”: “È per questo – ha detto il presidente – che mi sono impegnato ad intraprendere coraggiose azioni nel mio Paese e all’estero per tagliare le emissioni di monossido di carbonio, aumentare l’energia pulita e l’efficienza energetica, e per costruire la solidità delle comunità più vulnerabili e incoraggiare una gestione responsabile delle risorse naturali”. Inoltre, ha soggiunto, “dobbiamo anche proteggere i poveri del mondo, che di meno hanno contribuito a questa crisi incombente, e sono coloro che rischiano di perdere di più, se non riusciamo a evitarla”.
Anche il Segretario di Stato americano, John Kerry, ha elogiato le parole del Vescovo di Roma nella Enciclica, definita un messaggio “potente” che “richiama a una risposta comune nei confronti della minaccia critica che il cambiamento climatico pone alla nostra casa comune”. “La sua richiesta a tutte le religioni di lavorare insieme riflette l’urgenza della sfida”, ha detto Kerry, rammentando che “la comunità di fede – negli Stati Uniti e all’estero – ha una lunga storia di gestione responsabile dell’ambiente e nell’aiutare i poveri, e Papa Francesco ha premurosamente applicato quegli stessi valori” per affrontare “la vera minaccia che il nostro pianeta si trova oggi davanti”.