La manifestazione di sabato 20 giugno, alle 15:30, a Piazza San Giovanni a Roma, rappresenta uno spartiacque per la vita del nostro paese.
Questo grande appuntamento di popolo vedrà protagoniste tutte le famiglie che desiderano difendere il loro diritto di educare autonomamente i propri figli all’affettività e alla sessualità, senza subire le imposizioni esterne della colonizzazione ideologica della teoria del gender.
È molto importante una partecipazione più ampia possibile, per manifestare al mondo della politica il chiaro dissenso di una buona fetta della società verso questa nuova forma di aggressione contro la difesa della identità della natura umana.
I difensori della famiglia tradizionale e naturale normalmente vivono la loro vita ordinaria nel silenzio e nel nascondimento, a differenza dei sostenitori della cultura del gender, che manifestano in modo da attrarre maggiormente l’attenzione.
Siamo arrivati ad un momento della storia del nostro paese dove è necessario scendere in piazza per difendere la bellezza e la grandezza del valore della famiglia, per dissentire pacificamente da tutte le forme di educazione che vorrebbero distruggere le coscienze violando la sacralità del corpo umano.
Il vero attacco di questa ideologia è contro la salute delle coscienze e mina alle fondamenta quell’identità di genere maschile e femminile iscritta naturalmente nell’animo e nel corpo di ogni persona che viene al mondo.
Durante la manifestazione è probabile che interverranno anche i sostenitori della teoria dei gender, i quali vorranno testimoniare apertamente il loro dissenso.
È importante mantenere un clima di festa e di serenità per non lasciarsi trascinare nella trappola dello scontro e delle discussioni troppo animate. Le principali tv nazionali non hanno quasi per nulla pubblicizzato l’evento di sabato prossimo a San Giovanni. Questo lascia supporre che i grandi network televisivi e giornalistici dedicheranno brevi spazi a questa manifestazione, cercando di far risaltare principalmente i dibattiti accessi tra oppositori e contrari, al fine di svalutare e sviare la vera motivazione di questa manifestazione, che resta principalmente la difesa del diritto della famiglia ad educare i propri figli seguendo i propri principi e valori educativi.
È in corso un oscuro tentativo di imporre una cultura che non lascia la libertà di scelta alla famiglia. Qualcuno desidera trasformare la scuola, che normalmente è sempre stata la culla della formazione umana e culturale delle nuove generazioni, in un luogo che viola gravamente la purezza della coscienza e la sacralità del corpo umano.
Questa manifestazione vuole affermare un messaggio che viene rifiutato da un’ampia fetta del mondo moderno: la bellezza della differenza tra l’uomo e la donna. Questa differenza tra uomo e donna è stata da sempre fondamento e principio di arricchimento per la famiglia e per l’intera società. Questa differenza non significa solo diversità ma esprime soprattutto complementarietà e reciprocità, che sono i valori costitutivi per la nascita dei figli e per la loro educazione. Un marito e una moglie pensano, vedono e capiscono i vari aspetti della vita da un punto di vista complementare l’uno rispetto all’altro. Avere un solo punto di vista è sicuramente imparziale, incompleto e penalizzante.
Il mondo di oggi propone il gender come un rifiuto silenzioso all’accoglienza della reciprocità tra uomo e donna.
La paura di affrontare ed accettare le differenze tra uomo e la donna è la base della nascita della teoria del gender, che ha come ragione costitutiva i grandi affari economici derivanti dalle nuove fabbriche procreative della maternità in affitto e della fecondazione eterologa.
Ma non possiamo trascurare che questa ideologia colonizzatrice ha trovato terreno fertile per la grande crisi che sta affrontando la famiglia tradizionale. Questo non vuol dire, come sostengono alcuni falsi profeti dei nostri giorni, che la famiglia tradizionale vada emarginata o ridimensionata. Al contrario, la famiglia costituita da un uomo e da una donna ha un grande bisogno di essere sostenuta, incoraggiata ed accompagnata nelle grandi sfide dei nostri tempi.
Molti dei sostenitori della teoria genderiana rifiutano l’idea della famiglia tradizionale, perchè questi uomini e queste donne ne sono stati profondamente delusi. Non è necessario essere degli psicologi provetti per comprendere che un progetto di vita viene rifiutato, quando si è rimasti delusi o scottati da esso. Molti di coloro che difendono il gender provvengono da situazioni di disgregazione del proprio nucleo familiare, da situazioni di abbondono umano derivanti dalla separazione tra marito e moglie, o semplicemente dal non sentirsi compresi, accolti e amati dai propri genitori.
La gente della piazza, sabato prossimo potrà manifestare pacificamente quella gioia e quella pace delle relazioni familiari, che sono alla base della nascita di una nuova attrazione e rivalutazione della famiglia tradizionale con i suoi valori di comunione, fecondità e accoglienza naturale della vita umana.