È emergenza per i migranti radunati nelle stazioni di Milano, Roma Tiburtina, Ventimiglia in attesa di poter partire verso il nord Europa. Mentre in Italia si attende il “piano B” del premier Matteo Renzi, la Francia propone di creare in Italia campi gestiti dall’Ue per distinguere i “migranti economici” dai richiedenti asilo.
Sempre da oltralpe giunge poi un appello alla solidarietà cristiana e alla responsabilità politica europea perché non si ceda alla logica dei “dispetti” e non si giochi “alle spalle e sulla pelle degli immigrati”. A lanciarlo è padre Lorenzo Prencipe, direttore del Servizio nazionale della pastorale dei migranti della Conferenza Episcopale francese, che, in particolare, guarda con grande preoccupazione il rifiuto della gendarmeria francese agli immigrati a Ventimiglia.
La ragione di questo indurimento della politica francese verso l’immigrazione “è essenzialmente legata alla situazione politica elettorale in Francia” che il prossimo anno sarà di nuovo chiamata alle urne per eleggere il presidente della Repubblica, spiega Prencipe. “Quanto sta accadendo tra Mentone e Ventimiglia – aggiunge – è dunque un segnale di forza e in un certo qual modo anche abbastanza ridicolo che il governo manda all’opinione pubblica e al bacino elettorale”. Da un lato, quindi, secondo il religioso, la Francia pensa di essere “traino” in Europa, dall’altro “frena su tutto quello che può essere politica di asilo e politica di immigrazione comune”.
Parlando all’Italia, l’incaricato dei vescovi francesi per l’immigrazione mette in guardia dal proporre “misure solo per farsi i dispetti”, perché – sottolinea – “sarebbe giocare alle spalle e sulle pelle di questa gente: non sappiamo infatti come saranno trattati dalla gendarmeria gli immigrati una volta passati alla frontiera e non sempre i giornalisti sono presenti sul posto per verificare come li tratteranno e se rispetteranno questi lascia passare”.
“Sarà tutto da vedere. E se la Francia percepisce che è una presa di posizione dell’Italia solamente per risolvere i problemi interni, naturalmente poi adotterà misure di conseguenza”, afferma Prencipe. Conclude quindi invitando ognuno a “fare la sua parte”: “Noi come cristiani e comunità ecclesiali non possiamo tirarci indietro e siamo invitati di fronte a queste situazioni ad accoglierle nella solidarietà. Ma i poteri pubblici, le amministrazioni – rimarca – devono prendersi la loro responsabilità e mettere in atto politiche reali ed efficaci, capaci di affrontare in maniera organica un problema che non è solamente di emergenza umanitaria”.
“Il problema – aggiunge padre Lorenzo – è che dinanzi alla guerra, ai conflitti che continuano a perpetuarsi in Medio Oriente e in Africa, la gente fugge e cerca rifugio. Bisogna quindi attrezzarsi da un lato e dall’altro fare di tutto perché in quei Paesi ritorni cresca la stabilità politica”.