Un rinnovato invito a portare sempre con sé una copia del Vangelo e un richiamo alla sua imminente enciclica sull’ambiente sono giunti da papa Francesco durante l’Angelus di questa mattina.
Affacciandosi alla finestra dello studio al Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre si è soffermato sulle due parabole del Vangelo odierno (cfr Mc 4,26–34), in cui attraverso metafore “rurali”, Gesù “presenta l’efficacia della Parola di Dio e le esigenze del suo Regno, mostrando le ragioni della nostra speranza e del nostro impegno nella storia”.
La prima parabola spiega come la Parola di Dio – simboleggiata dal seme – attecchisce e cresce “sia che il contadino dorma sia che vegli”, perché questi ha fiducia “nella potenza interna al seme stesso e nella fertilità del terreno”.
Dio ha quindi “affidato la sua Parola alla nostra terra, cioè a ciascuno di noi con la nostra concreta umanità” e di questo “possiamo essere fiduciosi, perché la Parola di Dio è parola creatrice, destinata a diventare «il chicco pieno nella spiga» (v. 28)”.
La Parola di Dio porta sempre i suoi frutti, sebbene Dio li faccia spesso “germogliare e maturare attraverso vie che non sempre possiamo verificare e in un modo che non sappiamo”: in questo processo, “l’uomo è suo umile collaboratore, che contempla e gioisce dell’azione creatrice divina e ne attende con pazienza i frutti”.
La seconda parabola odierna è quella ben nota del “granello di senape” che, “pur essendo il più piccolo di tutti i semi, è pieno di vita e cresce fino a diventare «più grande di tutte le piante dell’orto» (Mc 4,32)”.
Parimenti avviene con il Regno di Dio, che si sviluppa da “una realtà umanamente piccola e apparentemente irrilevante”. Per accedervi “bisogna essere poveri nel cuore; non confidare nelle proprie capacità, ma nella potenza dell’amore di Dio; non agire per essere importanti agli occhi del mondo, ma preziosi agli occhi di Dio, che predilige i semplici e gli umili”, ha spiegato il Pontefice.
È grazie a questa umiltà e disponibilità che nell’uomo irrompe “la forza di Cristo”, trasformando “ciò che è piccolo e modesto in una realtà che fa fermentare l’intera massa del mondo e della storia”.
In questo modo nasce il Regno di Dio: è necessaria la “nostra collaborazione” ma è soprattutto “iniziativa e dono del Signore”. Così, anche l’opera umana più piccola, può diventare grande, grazie all’amore misericordioso del Signore. “Questo ci apre alla fiducia e all’ottimismo, nonostante i drammi, le ingiustizie, le sofferenze che incontriamo”, ha sottolineato il Papa.
Nel corso della meditazione, il Santo Padre ha ripetuto a braccio una delle sue esortazioni più ricorrenti a fedeli: portare sempre con sé un vangelo tascabile, per meditare la Parola di Dio in ogni momento disponibile della giornata.
Dopo la recita della preghiera mariana, Francesco ha espresso la sua vicinanza “a tutti i lavoratori che difendono in modo solidale il diritto al lavoro”.
Infine ha ricordato l’uscita dell’Enciclica Laudato si’, sulla cura della casa comune, prevista per giovedì prossimo. “Invito ad accompagnare questo avvenimento con una rinnovata attenzione alle situazioni di degrado ambientale, ma anche di recupero, nei propri territori”, ha dichiarato il Pontefice.
“Questa Enciclica è rivolta a tutti: preghiamo perché tutti possano ricevere il suo messaggio e crescere nella responsabilità verso la casa comune che Dio ci ha affidato”, ha poi concluso.
Per leggere il testo completo delle parole del Papa si può cliccare qui.