Un deciso monito contro la corruzione che ha coinvolto la città e un nuovo richiamo contro la “colonizzazione ideologica” dell’omosessualismo hanno caratterizzato il discorso – in gran parte a braccio – di papa Francesco in occasione dell’apertura del Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, quest’anno sul tema “Vi trasmettiamo quello che abbiamo ricevuto” (cfr. 1 Cor 15,3) – Noi genitori testimoni della bellezza della vita.
Incontrando nel tardo pomeriggio le famiglie romane in piazza San Pietro, il Pontefice ha scherzato: “Le previsioni dicevano pioggia… è vero: una pioggia di famiglie!”.
Il Santo Padre ha poi sottolineato la necessità di “trasmettere la fede alle nuove generazioni di questa città che, a seguito delle ben note vicende, ha bisogno di rinascere moralmente e spiritualmente”, riscoprendo il Vangelo, troppo spesso percepito come “una bella storia” che però “rimane un’idea e non tocca il cuore”.
I primi responsabili dell’educazione dei più piccoli sono i “genitori”, ha ricordato il Papa, facendo poi riferimento alla “colonizzazione ideologica” che sta mettendo in contrasto le scuole con molte famiglie. Colonizzazioni che “rovinano l’anima” e “distruggono la società, il paese, la famiglia”, pertanto “le famiglia deve agire” per contrastare il fenomeno.
A tal proposito Francesco ha fatto riferimento a un giovane cattolico da lui incontrato un paio di settimane fa, il quale, assieme alla moglie, è impegnato nel “ricatechizzare i bambini da quello che apprendevano a scuola”.
Di seguito il Santo Padre ha esortato alla riscoperta della famiglia attraverso l’esercizio della maternità e della paternità: “donando la vita, dimostrate che il Vangelo è possibile”, ha detto rivolto alle mamme e ai papà presenti.
Diventare genitori, ha aggiunto, è una “chiamata di Dio”, una “vocazione” che rende l’uomo e la donna “simili a Dio”, scegliendoli per “amarsi e trasmettere la vita”.
La “bellezza dell’amore”, ha proseguito il Pontefice, non è in “una passione o un entusiasmo passeggero” ma soprattutto nel perdono. E ha menzionato un bambino che un giorno gli ha confidato: “Che bello, i miei genitori si sono dati un bacio!”. Infatti, ha osservato il Papa, “i vostri figli vi guardano e hanno bisogno di scoprire quanto è bello amarsi”.
Negli sguardi e nell’intesa tra i loro genitori, i bambini cercano di capire quanto essi si amano e “prima ancora che in una casa di mattoni, abitano l’amore reciproco dei genitori”.
Riflettendo sulla genitorialità, Francesco ha ricordato che il suo primo fondamento è nella “differenza sessuale”, che è “la prima e fondamentale differenza costitutiva dell’essere umano” e che rappresenta una “ricchezza” e va alimentata. Se la vocazione dell’uomo è “rendere la donna più donna”, quella della donna è “rendere l’uomo più uomo”.
Richiamando temi trattati nelle ultime udienze generali, il Pontefice ha dato consigli su come gestire le eventuali crisi coniugali: “Quando ci sono le prime avvisaglie, chiedete aiuto, in particolare al Signore, che vi darà la forza di capire che si può superare il male e si possono curare le ferite”.
In presenza di figli, ha raccomandato di non usarli “come ostaggi”; quando un genitore parla male dell’altro al figlio, lo condanna a vivere “una tensione che non sa risolvere” e il bambino impara “il cammino dell’incomprensione”.
In una città dove gli anziani, come ricordato dal Papa stesso, rappresentano il 21,5% della popolazione, un ultimo accenno è andato ai “nonni che sono la saggezza e la memoria” e che hanno il merito di custodire la fede, anche in situazioni ostili, come in quei regimi dove la libertà religiosa era negata e gli anziani “portavano di nascosto i bambini a farli battezzare e insegnavano loro le preghiere”.