Expo: cibo e bellezza nel National Day della Santa Sede

Scola: “Expo occasione di risorgimento per Milano, Italia ed Europa”. Ravasi: “Raccoglieremo offerte nel padiglione vaticano. Il Papa deciderà a chi destinarle”. Bagnasco: “Nutrire chi ha fame è il primo compito”

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Grande partecipazione oggi al National Day della Santa Sede a Expo Milano 2015. La giornata si è aperta in Auditorium con l’esecuzione dell’inno di Mameli e di un nuovo arrangiamento dell’inno pontificio di Gounoud ad opera di mons. Pierangelo Sequeri, eseguito dalla orchestra sinfonica da lui fondata “Esagramma”, diretta da Licia Sbattella.

Ospiti d’onore all’incontro sono stati il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano; monsignor Angelo Becciu, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato; il cardinale Gianfranco Ravasi, commissario generale del padiglione della Santa Sede; il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. Presenti anche il vicedirettore di Caritas ambrosiana Luciano Gualzetti, il commissario unico Giuseppe Sala, il commissario generale di Expo Bruno Pasquino, il commissario del Padiglione Italia Diana Bracco, il sottosegretario all’Economia Paolo Baretta.

Tema della giornata è stato «Non di solo pane», in riferimento al titolo del padiglione vaticano che, assieme a quello dell’Edicola Caritas, “Dividere per moltiplicare”, vuole “interpretare il grido del Santo Padre nel giorno dell’inaugurazione” dell’Esposizione universale, lo scorso 1° maggio.

A proposito del padiglione della Santa Sede, il cardinale Ravasi ha subito comunicato che sarà lo stesso Papa Francesco a scegliere chi sarà il destinatario delle offerte raccolte dai visitatori. “Abbiamo voluto che alla fine del percorso nel Padiglione tutti i visitatori possano dare un dono per la Carità del Papa. Voglio chiedergli di scegliere lui un soggetto a cui dare quanto raccoglieremo dai visitatori perche’ l’equilibrio della tavola del mondo sia maggiore”, ha detto il porporato.

Ravasi ha poi fatto eco al Commissario generale di Expo Bruno Pasquino, che ha aperto la conferenza di stamane evidenziando come la presenza della Santa Sede dia un contributo decisivo alla Esposizione e rappresenti un’occasione unica di dibattito. “Non è una novità che la Chiesa sia incastonata in questo spazio laico e internazionale”, ha precisato il cardinale, rammentando che la prima volta della Chiesa a un’Esposizione universale è stato nel 1851, a Londra, quando al Soglio pontificio c’era Pio IX. Accadde ancora nel 1964, a New York, sotto il Pontificato di Paolo VI.  

“Noi abbiamo dunque una tradizione alle spalle”, che sfocia oggi nelle  “interrogazioni e domande espresse dalle due frasi che dominano il padiglione all’esterno – ha spiegato il presidente del Dicastero per la cultura –  ‘Il nostro pane dacci ogni giorno’, dal Padre nostro. E qui pensiamo alla fame nel mondo, agli scarti, alla globalizzazione della solidarietà, allo sforamento delle risorse. Dal Deuteronomio, ‘Non di solo pane vive l’uomo’: dove lehem,  pane in ebraico, ha le stesse radici della parola guerra, consapevoli come siamo che la mancanza di cibo genera conflitto. C’è la stessa frase nel Nuovo Testamento: e qui è contenuto tutto il valore che il cibo comporta: il cibo nei matrimoni, i banchetti delle feste, si mangia anche ai funerali. Cristo amava i banchetti, che racchiudono un significato ulteriore”.

Dopo l’intervento di mons. Becciu, ha preso poi la parola il cardinale Scola, il quale ha sottolineato che l’Expo 2015 è un “raggio di luce buona su Milano metropoli forse non ancora del tutto cosciente di esserlo“, oltre che “un’occasione di risorgimento per la città, l’Italia e l’Europa che ne ha veramente bisogno”. 

“La Chiesa ambrosiana agisce e agirà prima e dopo, dentro e fuori Expo”, ha assicurato il cardinale, ricordando anche la Carta di Milano recentemente presentata, che sancisce il diritto al cibo non deve diventare “un elenco di principi” ma realizzarsi in modo concreto. Il desiderio è dunque che l’Expo “lasci una eredità permanente e ci impegniamo a che tutto il lavoro della Chiesa e delle comunità cristiane provochi quel cambio di mentalità richiesto dal desiderio di ritrovare un rapporto equilibrato con il pianeta”, ha promesso l’arcivescovo, ribadendo ancora che il lavoro “andrà avanti con il dialogo su Dio che si fa cibo, sul diritto al cibo, il dramma delle migrazioni forzate, il rapporto tra finanza e cibo, gli stili di vita…”.

Riecheggiando il discorso del Papa di oggi alla Fao, Scola ha sottolineato poi il fatto che, per compiere questa missione, a Milano come nel mondo, “miliardi di persone dovranno cambiare decine e decine di piccoli comportamenti”: “È un lavoro educativo immenso ed enorme – ha osservato – con cui si ha bisogno che si recuperi tutto il senso dell’uomo: da come si mangerà in famiglia, alle scelte di solidarietà, all’impegno diretto per il cibo dato a tutti”. Infine, ha ricordato alcune iniziative “emblematiche” in tal senso, come il Refettorio Ambrosiano recentemente inaugurato, o le offerte che si raccolgono nel padiglione della Santa Sede, come pure i libri ecologici promossi dalla Diocesi su temi dell’Expo.

Da parte sua, il cardinale Bagnasco ha messo in evidenza che, attraverso questo National Day, la Chiesa ribadisce il suo ruolo nel dibattito internazionale sulla nutrizione perché – ha detto – “senza il nutrimento nessun altro valore può essere frutto: nutrire un individuo che ha fame è il primo compito di chi lo incontra, altrimenti lo si uccide”. A margine dell’evento, il presidente Cei ha poi risposto ad alcune domande circa le polemiche sul tema immigrazione: “Alimentare la paura non è mai una buona consigliera”, ha affermato, “bisogna affrontare i problemi con realismo e disponibilità da parte di tutti”.

 

 

 

 

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ZENIT Staff

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