Un carcerato medita giorno e notte la fuga dal carcere, studia come poter segare le sbarre, come forzare le porte o addirittura come disfarsi del carceriere, della carceriera, magari uccidendo; vuole a tutti i costi ritornare dai suoi amici: tra i suoi amici vede e sente la sua libertà.
Ma un giorno si innamora della carceriera: da allora le sbarre non gli danno più fastidio, non le nota neppure, lo proteggono.
Ecco perché Gesù ci invita ad amare i propri nemici, ad amare la Croce, le contrarietà. Amare ciò che ci ostacola è mettersi in libertà. Amare Gesù crocifisso e abbandonato spalanca ogni tipo di carcere. E’ lui l’amore, è lui la libertà. Amarlo è godere la piena libertà.
Ciao da p. Andrea
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