Continua ancora il dibattito e l’approfondimento sul tema della 49° giornata delle comunicazioni sociali sul tema. “Comunicare la famiglia, ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore”.
All’incontro, promosso dall’UCSI in collaborazione con l’ufficio diocesano della pastorale sociale e l’ufficio della comunicazione sociale della diocesi di Acireale, hanno partecipato, presso la sala delle conferenze della Parrocchia San Paolo, numerosi giornalisti, con il riconoscimento dei crediti formativi presso l’Ordine dei Giornalisti.
Dopo il saluto del presidente regionale dell’UCSI, Giuseppe Vecchio, Don Marco Catalano, direttore dell’Ufficio diocesano delle comunicazioni sociali ha commentato il documento della Cei, presentando puntuali osservazioni che hanno sviluppato il tema ed in particolare le differenze di genere, i limiti della famiglia, che non è mai perfetta e come oggi la famiglia viene presentata dai media.
Raccontare la famiglia, descriverne i momenti belli che lasciano un segno nell’educazione dei figli è un’impresa non facile, oggi, dove prevale la dimensione del “tutto e subito”, mentre l’amore che alimenta e nutre la famiglia non è una faccenda da sbrigare in poco tempo ed accompagna l’esistenza della coppia per l’intero arco della vita.
Il rapporto educativo tra genitori e figli oggi appare frammentario e poco incisivo, come dimostra la forte “emergenza educativa” di cui tanto si parla.
Il modello della famiglia “finestra sul mondo” che ha caratterizzato la prima TV unica, didascalica e formativa, è stato sostituito dall’impianto della TV commerciale “specchio” della società, che rende “normale” ciò che presenta e propone modelli e stili di vita non certamente coerenti con il buon senso.
Oggi appare difficile riscoprire la famiglia che, come ha spiegato l’avv. Anna Ruggieri, intreccia il diritto di famiglia con la famiglia di diritto. L’analisi evolutiva del diritto di famiglia dal 1975 al 2013 rivela come le innovazioni apportate riguardano essenzialmente agli aspetti economici, ereditari, di successione e di riversibilità, garantendo un “minimo etico” che non è certamente sufficiente per dare garanzia e continuità all’istituto familiare, cardine della società italiana.
Non ci si può accontentare, infatti, del “minino” nella proposizione dei valori che dovranno alimentare anche le generazioni future. Mentre si registra un graduale sfaldamento nell’impianto organizzativo e sociale con le nuove mode che indossano gli abiti della libertà, dell’uguaglianza, del rispetto, si rende sempre più urgente la riscoperta del vero senso dalla famiglia che ha come modello quella di Nazareth, luogo di accoglienza e di ascolto.
L’incontro si è concluso con la lodevole testimonianza della coppia Marco e Laura Lovato che gestisce la “casa famiglia” della comunità Papa Giovanni XXIII di Linera nei pressi di Acireale.
La video testimonianza degli ospiti della casa famiglia è stata un’eloquente lezione di vita per i giornalisti che spesso vanno a caccia delle notizie da scoop e privilegiano l’albero che cade alla foresta che cresce.
Riscoprire la famiglia, ricostruire l’uomo e restituire l’etica sono le tre “r” che lasciano un tracciato nel sentiero nell’impegno professionale dei giornalisti cattolici.