Mons. Silvano Maria Tomasi

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Tomasi: "Solidarietà e cooperazione per garantire a tutti un lavoro dignitoso"

L’Osservatore vaticano presso le Nazioni Unite interviene a Gineva, alla 104° sessione della Conferenza internazionale del lavoro

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La situazione economica attuale, la protezione del lavoro e la promozione di forme di occupazione sempre più tutelate sono stati i punti nodali dell’intervento tenuto giovedì 4 giugno, dall’arcivescovo Silvano M. Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio delle Nazioni Unite e istituzioni specializzate a Ginevra, in occasione della 104° sessione della Conferenza internazionale del lavoro.

Nel suo discorso – riportato integralmente sul sito de L’Osservatore Romano – il presule ha sottolineato che “diseguaglianze economiche persistono e stanno aumentando in ogni continente: una situazione che fa crescere la disoccupazione e le ingiustizie sociali che sono tra le principali cause di instabilità in molte società, anche in quelle dove la pace è minacciata o è già stata indebolita”.

“La turbolenza del nostro tempo, economica, sociale e politica, rende la conquista della giustizia sociale un programma attuale”. E questo programma — ha indicato l’arcivescovo — passa anzitutto per il mercato del lavoro: “La sfida di portare la disoccupazione e la sottoccupazione al di sotto dei livelli precedenti la crisi del 2008 appare oggi un compito più che mai difficile”.

Questa sfida riguarda soprattutto le nuove generazioni: secondo i dati dell’Ilo (Organizzazione mondiale del lavoro) nel 2014 circa 74 milioni di giovani con età compresa tra i 15 e i 24 anni stavano cercando un’occupazione. “Il tasso della disoccupazione giovanile è nella media tre volte più alto di quella degli adulti”, ha affermato Tomasi, sottolineando inoltre come questa piaga coinvolga soprattutto le giovani donne.

A tal proposito, la Santa Sede propone quale soluzione “un rafforzamento della solidarietà e della cooperazione tra tutti i membri della comunità internazionale e la moltiplicazione degli sforzi per migliorare l’economia e le condizioni sociali nei Paesi di origine dei migranti”.

Legato alla disoccupazione è poi il tema della protezione dei diritti dei lavoratori. “Le misure di protezione del lavoro come il salario minimo, la quantità delle ore e le norme per la protezione della maternità dovrebbero essere rafforzate, anche se possono implicare costi aggiuntivi per le imprese nel breve periodo”, ha rimarcato il delegato vaticano.  Ciò nonostante, “tali misure possono incoraggiare le imprese a investire in miglioramenti tecnologici e organizzativi al fine di compensare l’aumento dei costi” e “rilanciare la crescita della produttività”. 

Secondo l’arcivescovo, infine, “il progresso economico non dovrebbe essere misurato soltanto dal Pil (prodotto interno lordo), ma da una serie di indicatori collegati ai sistemi di protezione sociale, compreso l’accesso a servizi di qualità, l’educazione, un lavoro decoroso e adeguato, cibo sicuro e nutriente, una casa accettabile, sicurezza personale, un reddito base di sicurezza, così come un ambiente sicuro, pulito, salutare e sostenibile”.

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ZENIT Staff

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