“Nessuno può uccidere nel nome di un Dio. Abbiamo pensato ad un corteo come occasione di incontro e confronto della comunità torinese”. Con queste parole il Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Mauro Laus, ha presentato stamattina Noi siamo con voi, la manifestazione di solidarietà per tutte le vittime della persecuzione religiosa nel mondo, in programma mercoledì prossimo.
Quasi cinquanta comunità laiche e religiose parteciperanno così al corteo che partirà alle 20 davanti al Municipio, attraverserà il quartiere di Porta Palazzo, tradizionale punto di ritrovo delle comunità straniere a Torino, per giungere all’Arsenale della pace Sermig, dove seguiranno testimonianze e riflessioni.
“La diversità è una ricchezza – ha ribadito Giampiero Leo del Comitato Diritti Umani piemontese -. Dobbiamo combattere ogni forma di persecuzione religiosa in base al sentimento di umanità che ci accomuna”.
L’iniziativa è stata condivisa con entusiasmo dal variegato mondo delle comunità laiche e cattoliche, dall’Arcidiocesi di Torino, fino ai valdesi e ai luterani. Parteciperanno al corteo anche il nuovo rabbino della comunità ebraica della città, gli induisti, i buddhisti e i mormoni.
Significativi anche gli interventi di alcuni esponenti della comunità musulmana della città, come Younis Tawfik, del Centro Culturale italo-arabo Dar Al –Hikma e del portavoce all’Associazione islamica delle Alpi, Brahim Baya.
“Il corteo sarà un’iniziativa di solidarietà umana, ben lontana dall’essere una manifestazione contro l’islam. Vi prenderanno parte sette moschee del capoluogo torinese, l’associazione dei Giovani Musulmani e comunità islamiche di Torino. Per noi è una presa di posizione importante perché non è possibile oggi rimanere nel grigio”, ha dichiarato Baya.