Sguardo rivolto al presente e attenzione diretta ai giovani e alle nuove frontiere della comunicazione. Queste le prerogative del nuovo Fiuggi Family Festival, che da quest’anno porterà il nome di Fiuggi Film Festival.
L’8ª edizione, in programma dal 26 luglio al 1 agosto 2015, sarà infatti rivolta prevalentemente ai giovani e avrà come obiettivo principale un programma internazionale di formazione cinematografica d’eccellenza, rivolto a studenti di istituti superiori e universitari che hanno scelto percorsi di studio o esperienze professionali nell’audiovisivo.
I ragazzi, divisi in due percorsi distinti per giovani dai 14 ai 18 anni e per gli studenti universitari fino ai 29, potranno partecipare a master class e workshop professionali, oltre ad avere il ruolo di giurati per la selezione del miglior film in concorso.
“Dopo l’esperienza dello scorso anno, con l’edizione zero della giura giovani – spiega il giovane Direttore Organizzativo, Angelo Astrei, primo ideatore del rinnovamento dell’evento – abbiamo capito che occorreva lavorare prima di tutto su noi stessi per ‘offrire’ un progetto concreto e ben strutturato, e solo poi su un palinsesto e una strategia che si sarebbe, ipoteticamente, potuta rivelare efficace”.
Innovativo anche il tema di quest’anno: The Dark Side, scelta così motivata dal Direttore Artistico Antonella Bevere: “Nel concetto di una cinematografia quale racconto della vita, occorre dare spazio anche a ciò che vorremmo non fosse presente nell’uomo e nel mondo: le tenebre e il loro potere. Il rispecchiamento dello spettatore nelle situazioni raccontate dallo schermo può dire molto di più che il semplice far finta che il male non ci sia. Costringe ad accogliere il lato oscuro in noi e fuori di noi, prima di pensare di poterlo sconfiggere”. Effettivamente non esiste miglior modo, per aborrire dal male, che parlarne ed analizzarlo, ponendo al centro i processi di immedesimazione che vive lo spettatore guardando il film.
Oltre ai film internazionali in concorso, ci saranno anche proiezioni speciali e retrospettive tra cui The Judge, di David Dobkin, con Robert Downey Jr. e Robert Duvall; Maleficent, opera prima di Robert Stromberg, con Angelina Jolie; Big Hero 6, film d’animazione della Marvel Disney, diretto da Don Hall; St. Vincent, di Theodore Melfi con Bill Murray; Due giorni e una notte, di Jean-Pierre e Luc Dardenne, con Marion Cotillard.
Oggetto di analisi e dibattiti saranno anche i migliori prodotti della serialità televisiva americana tra cui Breaking Bad, serie tv con la più alta valutazione critica di sempre ideata da Vince Gilligan. Come ogni anno, il Festival si pregia di nomi di spicco della cultura e del giornalismo italiano: la scrittrice Susanna Tamaro presiederà la Giuria ufficiale, composta quest’anno da Daphne Sigismondi, vicedirettrice della School of Cinematic Arts di Los Angeles; il giornalista Luigino Bruni; Roberta Mazzoni, sceneggiatrice e regista; il giornalista Giuliano Guzzo.
Tra i tutor dei giovani giurati Federico di Chio, direttore contenuti Mediaset e docente all’Università Cattolica di Milano, e Nicola Lusuardi, sceneggiatore e story editor per il cinema e la televisione, docente presso il Centro Sperimentale di Cinematografia e la scuola Holden.
Per i ragazzi spessore tecnico e qualità di elevata caratura, ma anche occasione di divertimento e vacanza per i più piccoli con retrospettive a tema, film d’animazione e videogiochi. Non mancheranno infine serate di intrattenimento con il concerto musicale della Capone & Bungt Bangt, band che utilizza strumenti ricavati da materiali riciclati; e la commedia musicale Il fantasmino dell’Opera con musiche del Maestro Antonio D’Antò.
“Quello del FFF è un percorso di maturazione iniziato, personalmente e come Ente, diversi anni fa. Oggi, con scelte non facili e per certi versi coraggiose – aggiunge Angelo Astrei- abbiamo intrapreso una nuova direzione, moderna nella forma e non diversa nella sostanza. Il mondo della comunicazione e dei media deve assecondare ‘il presente’ cercando di sfruttarne i mezzi per riuscire a trasmettere ‘buone storie’, non di certo sforzarsi per fermarlo ‘rimpiangendo’ stereotipi passati”.