Sono oltre 100 i rappresentanti delle Chiese di tutto il mondo che si sono stanno confrontando in questi giorni nell’Assemblea generale annuale delle Pontificie Opere Missionarie (Pom), in corso a Roma. Ad aprire i lavori, ieri, il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il quale ha sottolineato che l’assise è “il luogo e il momento in cui tutta la Chiesa missionaria, presente e operante in tutti i popoli e culture, si trova riunita in fraterna comunione, per il servizio di evangelizzazione”.
“La Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e le Pontificie Opere Missionarie hanno il privilegio di essere proiettate oltre i confini delle proprie Chiese locali e della propria patria. Il nostro servizio missionario e le nostre istituzioni sono nel cuore stesso della Chiesa”, ha aggiunto Filoni nel suo intervento, riportato dall’agenzia Fides.
Ha poi proseguito ricordando tre importanti eventi. Anzitutto l’Anno della Vita consacrata, “che dovrebbe favorire un rilancio dell’attività di evangelizzazione all’uomo contemporaneo, tramite la testimonianza a Cristo con una rinnovata radicalità evangelica, con la fantasia della carità, e il ruolo profetico, necessario e urgente in questo nostro tempo”. Poi il Giubileo straordinario della Misericordia, che “può costituire un motivo forte per rilanciare con più coraggio le nostre attività”. Infine il 50° anniversario della pubblicazione del Decreto conciliare Ad Gentes sull’attività missionaria della Chiesa, a cui sono state già dedicate diverse inziative e che sarà il tema della sessione plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, a novembre. Sarà quest’ultimo “un momento forte”, ha assicurato il cardinale, “inteso a stimolare una lettura della situazione delle Chiese dei territori di missione, delle attività di evangelizzazione, delle difficoltà che oggi devono affrontare, e del servizio specifico che chiedono alla Congregazione”.</p>
Richiamando il tema della sessione pastorale dell’Assemblea, “Come sostenere la missione oggi e domani”, alla luce dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, il porporato ha evidenziato come sia necessario che “in questa ricerca ritorniamo all’essenziale”. Individuando i criteri giusti per la moderna cooperazione missionaria, ha ribadito che essa “non può esaurirsi nella raccolta di offerte, necessarie comunque per finanziare e aiutare le Chiese locali a svolgere il proprio servizio di cura pastorale e di evangelizzazione”.
Secondo il prefetto del Dicastero missionario, occorre formare le persone “al vero senso della Chiesa, come si esprimeva il beato Paolo VI”. Al contempo, “purtroppo dobbiamo lamentare una perdita del senso ecclesiale in Occidente (ma non solo) quindi un affievolimento della cooperazione missionaria”. Questo si traduce anche “nella diminuzione delle offerte”, ha rilevato Filoni: “Una tendenza che dura da tempo. Forse non tutto è dovuto alla crisi finanziaria. I fattori sono molteplici”, ha detto, ricordando che parte dei fondi è destinato ai nunzi apostolici, le cui modalità e quantità sono oggetto di studio con la Segreteria di Stato.
In studio sono pure le modalità di assegnare i sussidi ordinari e straordinari: “La retta gestione dei sussidi assegnati comporta che essi siano utilizzati per le finalità per cui sono richiesti”, ha sottolineato il cardinale, “e tocca ai direttori nazionali delle Pom svolgere delicatamente un ruolo di vigilanza, e riferire agli organi competenti nel caso che le offerte assegnate venissero usate per altri progetti, e, Dio non voglia, per interessi personali”.
“Ben sapendo che i nostri sussidi provengono dai fedeli, a tutti noi – ha poi aggiunto – è richiesta una amministrazione trasparente e responsabile delle offerte, ed è nostro sacrosanto dovere ridurre le spese di gestione delle nostre strutture. Noi – ha soggiunto – amministriamo denaro dei fedeli, e di questo dobbiamo rendere conto non solo a Dio, ma anche alla comunità ecclesiale”.
Con le offerte in discesa, in ogni caso, le Pom non saranno in grado di finanziare tutto ciò che finanziavano negli anni scorsi: “Sono cambiamentiche toccano le istituzioni e talvolta la stessa possibilità di mantenerle, per cui bisogna prendere decisioni in dialogo e con piena comprensione con le persone interessate”, ha informato il porporato.
Ha quindi ribadito l’importanza della cooperazione perché i nuovi soggetti missionari e i diversi organismi ecclesiali nati soprattutto dopo il Concilio “hanno tutti come finalità l’attività evangelizzatrice e l’aiuto alle Chiese dei territori di missioni”.
Le Pontificie Opere Missionarie, perciò, – ha affermato Filoni – “devono inserirsi in questa progettualità missionaria, consapevoli che la responsabilità missionaria, che esse hanno contribuito a creare in tutta la Chiesa, è ormai un elemento che caratterizza tutte le Chiese locali”. “Non bisogna vedere in essi dei concorrenti” ha raccomandato, esortando invece ad operare per aprire “una linea di comunicazione tra tali organismi affinché si attui, per quanto possibile, un’equa distribuzione di sussidi”.
Infine il cardinale ha rimarcato la necessità di dare il giusto rilievo alla Giornata Missionaria Mondiale, che “dovrebbe costituire non un evento episodico, ma la conclusione dell’animazione missionaria di tutto l’anno, e specialmente del mese di Ottobre, dedicato alle missioni. Sta a noi renderla unica e singolare”.