Siamo nel pieno di un tempo eccezionale per l’uomo e per la sua redenzione. La Quaresima va vissuta fedelmente alla Parola del Signore e va considerata una occasione unica per ristabilire l’equilibrio interiore smarrito. Se in questi giorni pregassimo con più intensità e facessimo una serena e lucida analisi della nostra vita privata e pubblica, potremmo avvertire le risposte mai avute alle tante questioni che spesso porgiamo al cielo. Domande a volte disattese non perché inascoltate, ma solo poiché mal poste e prive di quella coscienza capace di connettersi con la dimensione soprannaturale di ogni personale missione. L’uomo non può continuare a bluffare con se stesso, rinnovando la sua fiducia incondizionata alla sua unica volontà, disconoscendo quella eterna e liberatrice del Padre. Un qualsiasi cammino esistenziale, che perda il contatto con l’essenza primaria della vita e venga sopraffatto dai vincoli delle relazioni rigidamente umane, non sarà mai illuminato davvero. Lo stesso esaurirà i suoi pur possibili avanzati risultati nel perimetro della sua debolezza terrena, senza mai completare la missione che il Signore gli ha consegnato. Dobbiamo intendere, con determinazione spirituale e sociale, che l’uomo non è solo responsabile dinnanzi alle sue sole azioni, ma lo è prima di tutto dinnanzi a Dio. Chi assume un determinato ruolo, con grandi o piccole responsabilità personali, deve sempre ricordare che non basta dar conto delle possibili decisioni soltanto a chi gli ruota intorno. Tutto questo riguarda allo stesso modo il Capo dello Stato e del Governo; il ministro; il parlamentare; l’amministratore ai vari livelli; il genitore; il professionista; il religioso; qualsiasi altra funzione sociale, politica, lavorativa, economica, pubblica o meno che sia.
C’è di certo, nella maggior parte di questi casi, un equilibrio da mantenere nel rapporto con un eseguo o gran numero di persone, ma soprattutto è a Dio che si dovrà rispondere di ogni decisione, legge, regolamento, azione, parola, messi in essere. A tale proposito mons. Costantino Di Bruno così ha voluto far riflettere i suoi fedeli, in questo tempo di preparazione alla Pasqua del Signore: “Quando studiavo le regole dell’ascesi cristiana, il mio maestro raccontava spesso questo aneddoto: ‘Un giorno il Re Carlo di Spagna andò a confessarsi. Dopo aver manifestato tutti i suoi molteplici peccati, il Confessore gli disse: finora mi hai detto i peccati di Carlo. Ora dimmi i peccati del Re’. Ecco dove appare la dimensione soprannaturale della missione: essa va fatta sempre in relazione alla volontà del Signore. Oggi in ogni missione si parte da una visione orizzontale. Se la Quaresima non fa prendere coscienza della dimensione soprannaturale, trascendente, verticale di ogni nostra missione, è un tempo sciupato in ritualità che lasciano il cuore sempre nel suo orizzonte terreno”. L’insegnamento che ci viene dalle parole del teologo mons. Di Bruno ci fa capire che la storia non è dall’uomo, mai. Quando noi realizziamo la vita partendo dall’uomo, mettiamo in atto uno strumento di morte, miseria, povertà. Non è quindi fantascienza osservare che tutti gli errori della politica attuale e di ogni relazione personale, familiare, sociale, nazionale o anche internazionale sono il frutto di questa visione immanentista della vita.
Le scorrettezze, i disguidi, le malefatte, persino certi equivoci, maturati nelle tante sfere d’azione della società di oggi, rendono deboli e precarie le semplici o complesse relazioni istituzionali e sociali, perché figlie dalle sole indicazioni stabilite dal mondo. Esse non sono da Dio che va ben oltre le regole umane. In tale contesto Satana è di continuo all’agguato e la mancanza di una visione celeste della dimensione storica, lo rende padrone della quotidianità dell’uomo. Il padrone delle tenebre vuole che ogni individuo non svolga il compito che il Signore gli ha affidato, spingendolo a fare altro e spezzando il legame soprannaturale che la terra ha con il cielo. Così per lui tutto sarà facile. Una lotta spirituale permanente che si può vincere solo superando il ritualismo di questo periodo di penitenza e ritrovando la vocazione alla vera trascendenza, ormai smarrita. Dietro alle sole convenzioni umane c’è la debolezza di una esistenza priva della forza necessaria, capace di qualificare e migliorare la vita interiore di ognuno. Satana è contro la Quaresima. La teme, perché sa che essa prepara l’uomo ad oltrepassare la sua appartenenza materiale, salvaguardandolo dalle continue tentazioni da lui mimetizzate in ogni spazio vitale. Il maligno ci prova sempre! Lo ha fatto per quaranta giorni nel deserto con il Figlio dell’Uomo, perdendo la sua battaglia, figuratevi cosa si inventerà per gli esseri umani. Il tempo incredibile di Quaresima può essere la nostra salvezza se capiremo, ma non a parole, che tutti i mali dell’uomo nascono dal suo non essere da Dio. Anche il cristiano oggi, con il suo comportamento, fa capire di non essere da Dio, da Cristo, dallo Spirito Santo. È cristiano da se stesso. Perdurando in questa dimensione, la Quaresima si presenta inutile. Le sue molteplici celebrazioni saranno infruttuose. L’uomo, continuando a rimanere da se stesso, produrrà mali e veleni in ogni campo della società in cui eserciterà le proprie azioni. È necessario che si ritorni a Cristo, se si vuole sperimentare una vera Quaresima. Se credenti abbiamo perciò l’obbligo di ritrovare la coscienza della dimensione soprannaturale della propria missione, trasmettendola ogni giorno con persistente testimonianza all’altro che ci osserva.
Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. L’ultimo libro di Egidio Chiarella si intitola “Luci di verità in rete”, Tau Editrice, 2014 – Todi (PG).