D’ora in poi, in Sudafrica, il mese di febbraio sarà dedicato sempre alla sensibilizzazione e al contrasto della tratta umana, un fenomeno abominevole che Papa Francesco ha più volte definito come “un vero e proprio crimine contro l’umanità”. Ad annunciare l’iniziativa sono i vescovi della Southern Africa Catholic Bishops’ Conference in un lettera pastorale a firma del presidente dell’Episcopato, l’arcivescovo di Cape Town Stephen Brislin, diffusa nei giorni scorsi in tutte le parrocchie cattoliche del Paese.
La proposta dei vescovi – spiega L’Osservatore Romano – prende spunto dalla celebrazione della prima Giornata di preghiera e riflessione sulla tratta delle persone, avvenuta nella ricorrenza di santa Josephine Bakhita, la religiosa sudanese canonizzata nel 2000, rapita in tenera età dai mercanti di schiavi.
Inoltre a interpellare i presuli è il fatto che “il traffico di esseri umani sia divenuto uno dei tre commerci più redditizi al mondo, insieme a quelli di droga e armi”. In particolare, “il fenomeno è in crescita in Africa e il Sud Africa”, diventando “un punto particolarmente caldo”: “La nostra gente viene rapita sulla porta di casa, in un mondo che ha perso il timore di Dio e ogni percezione della sacralità della vita umana”, affermano i vescovi.
Ricordano a tal proposito il dramma delle 200 ragazze rapite in Nigeria dalla setta islamista Boko Haram e invitano a seguire l’esempio di coloro che operano per l’assistenza e il recupero delle vittime di questa piaga, definita “uno scandalo terribile, un male abominevole, fonte di tante sofferenze”..
Nel sobborgo di Soweto, dove nel mese scorso si erano registrati gravi incidenti tra sudafricani e immigrati, la giornata contro la tratta — informa il sito in rete della Southern Africa Catholic Bishop’s Conference — è stata celebrata con una processione, alla quale hanno partecipato più di mille persone. Partita dalla parrocchia Regina Mundi la processione ha raggiunto la locale stazione di polizia, dove è stato consegnato un documento nel quale si esprime la condanna della comunità cattolica locale nei confronti del traffico di esseri umani. La processione era guidata da madre Melanie O’Connor, responsabile dell’ufficio contro il traffico di esseri umani dell’episcopato.