Ubi maior, minor cessat

Annientandosi per amore, ha sprigionato il massimo di sé, trasformando la parte minore nella parte maggiore e più affascinante del Paradiso

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Sono parole di un detto conosciuto in tutto il mondo. Chi non sa che dove c’è il mare, diminuisce l’importanza del bicchiere?  Ma se il bicchiere si lascia assorbire dal mare, diventa mare.

Siamo tutti attratti dalla parte maggiore: ci attira sempre e comunque il di più, ci affascina ciò che sovrabbonda. Ma se non te ne lasci avvincere, se non ne prendi coscienza, rischi ancora e sempre di tornare al “niente” o attardarti sulla “parte minore”.

C’è poco da fare, anche nell’amore si sta con la parte “maggiore”, si sceglie e si sposa chi ci ama di più.

Osservando il suo comportamento, è Gesù, la parte maggiore, che ci ha amato nella misura più grande.

-In quale momento l’ha particolarmente manifestato?

– Proprio quando ha gridato: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

Infinito, assurdo amore d’un Dio che, affascinato dal nostro niente, ha lasciato la parte maggiore del Padre, il cielo, il Paradiso, per inabissarsi nel nostro inferno: sentirsi abbandonati.

Strano, assurdo …- e perciò credibile – l’amore d’un Dio che si è fatto uomo, perchè abbagliato da me e da te.

Lui, amore infinito, annientandosi per amore, ha sprigionato il massimo di sé, tanto da risucchiarci, sposarci e trasformarci in Lui e così diventare come Lui, l’Amore. La parte minore è stata così trasformata nella parte maggiore e più affascinante del Paradiso.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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