I cardinali sfuggono alla stampa ma affermano: "Il Concistoro, un momento di grazia!"

Soddisfatti i porporati all’uscita per il primo giorno di lavori sulla riforma della Curia. Il card. Vegliò rammaricato per la strage di Lampedusa

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Sfuggono alla stampa e alle telecamere i cardinali usciti dall’Aula Paolo VI, reduci dalla prima sessione del Concistoro di oggi. Fuggono, però, perché il ritmo serrato del Concistoro indetto da Francesco gli concede poco tempo per riposarsi o per svolgere altri compiti prima di tornare in Aula e discutere sulle proposte del C9 sulla riforma della Curia.

I volti delle 165 berrette rosse presenti sono però tutti sereni. La maggior parte giudica come “positivo” questo primo giorno di dibattito. Alcuni porporati si fermano a scambiare quattro chiacchiere tra di loro. Altri riescono a lasciare qualche dichiarazione en passant alla stampa.

Come il cardinale Julián Herranz, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, che, entusiasta, dichiara a ZENIT come questo Concistoro sia “un momento di grazia, perché incontrarsi con questo Papa è già un’occasione di grazia di Dio”. 

“Si parla molto dello Spirito Santo – aggiunge – e si vede che quando il Papa parla e agisce è proprio lo Spirito Santo a condurlo e anche bene!”. Questo, grazie anche alla “forza delle preghiere di tutta la Chiesa”.  

Sui lavori di stamane, Herranz spiega poi che “oggi, fondamentalmente, si è trattato di una esposizione delle linee fondamentali della riforma, che tutti hanno svolto molto accuratamente. In questi giorni, oggi e domani, il microfono sarà aperto per tutti i cardinali perché ognuno possa dire ciò che desidera”.

Da parte sua, l’arcivescovo di Rio de Janeiro Orani João Tempesta, creato cardinale nel Concistoro del febbraio 2014, evidenzia il clima “tranquilo e affabile” tra i presenti all’assise, uniti dalla “comune ricerca ” dei metodi per riformare la Curia.

Il più concreto è l’arcivescovo messicano Javier Lozano Barragan che, di corsa, esclama: “Molto bene, molto bene. Tutto molto ponderato. Si vede che è gente che lavora con molta testa!”.

Più cauto invece il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che sintetizza la giornata di lavori dicendo: “Per ora si sono sentite le opinioni su quanto è stato riportato nel documento del Consiglio”. Il porporato non individua “una opinione prevalente”, ci sono però “elementi a favore, che vanno già bene e altri che richiedono un più accurato approfondimento”, afferma.

Non si sbilancia troppo neanche il cardinale Antonio Maria Vegliò, capo del Dicastero dei migranti, che però esprime a ZENIT il suo compiacimento per la prima giornata di lavori: “È andata bene. Andiamo avanti, andiamo avanti!”, dice, “per ora siamo all’inizio, siamo fermi alle indicazioni ma mancano ancora tante discussioni, approfondimenti. L’inizio però mi sembra decisamente positivo…”

Alla domanda sulle due maxi Congregazioni in cui dovrebbero essere accorpati sei Pontifici Consigli esistenti, tra cui il suo Dicastero, il cardinale taglia corto: “Ogni cosa deve essere sempre meglio ristudiata. Mica si può cambiare una struttura come la Curia e quello che si propone va subito bene!”.

Si ferma un attimo e si rabbuia nel volto, invece, quando gli si chiede della recente strage al largo del Mar Mediterraneo, che – secondo gli ultimi aggiornamenti – conta oltre 400 morti, per ipotermia o seppelliti nelle acque del mare.

“Sono amareggiato…”, dichiara, “mi raccontavano che queste povere persone hanno visto queste barchette e non volevano imbarcarsi, ma sono stati costretti a farlo minacciati dalle armi. È assurdo…”.

“Credo – aggiunge il prelato – che ormai si stia rompendo il muro dell’indifferenza verso questa tematica della immigrazione, anche purtroppo attraverso queste tragedie. Il problema inizia ad essere più sentito, ma sempre come emergenza però. Tuttavia – conclude – non c’è mai una riflessione previa, un lavoro preventivo, una struttura che si prepara ad affrontare questo fenomeno. No! Si interviene e si parla sempre e solo nelle emergenze. Come in quest’ultimo caso, appunto. È davvero un guaio!”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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