Francesco prega per le vittime della tragedia di Lampedusa

Al termine dell’Udienza generale, il Papa lancia un appello affinché non manchi solidarietà e soccorso agli immigrati. Chiede poi di pregare per il Concistoro di domani

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Al termine dell’Udienza generale, Papa Francesco ha lanciato un appello per la tragedia del mare avvenuta ieri a circa 100 miglia da Lampedusa, al largo della Libia. Una strage – la prima del 2015 – di una portata enorme, considerando che, secondo le ultime notizie dell’Acnur, sono oltre 200 i morti, contro i 29 annunciati ieri.

“Seguo con preoccupazione le notizie giunte da Lampedusa, dove si contano altri morti tra gli immigrati a causa del freddo lungo la traversata del Mediterraneo”, ha detto il Papa. E ha aggiunto: “Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e incoraggiare nuovamente alla solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso”.

Francesco ha poi invitato i fedeli a pregare per il Concistoro che avrà luogo nei prossimi giorni: “Lo Spirito Santo assista i lavori del Collegio Cardinalizio e illumini i nuovi Cardinali e il loro servizio alla Chiesa”, ha detto.

Nei saluti in italiano, ha poi rivolto un affettuoso pensiero ai partecipanti al convegno promosso dall’Opera Romana Pellegrinaggi e alle scolaresche, specialmente i Licei di Ronciglione e Bassano Romano, l’Istituto Cesare Arici di Brescia e la Scuola Martiri d’Ungheria di Scafati. Un saluto anche ai membri delle Associazioni Genitori Oncologia Pediatrica; alle piccole degenti dell’Istituto delle Suore di San Giuseppe e ai numerosi gruppi dell’Unitalsi. Il Pontefice ha incoraggiato utti “a crescere nell’amore per il Signore, nella sapienza del cuore e nel servizio generoso al prossimo sofferente nel corpo e nello spirito”.

Rivolgendosi infine ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli, il Santo Padre ha ricordato la doppia ricorrenza della memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes e della XXIII Giornata Mondiale dell’ammalato. “Cari giovani – ha affermato – disponetevi ad essere ‘occhi per il cieco e piedi per lo storpio’; cari ammalati, sentitevi sempre sostenuti dalla preghiera della Chiesa; e voi, cari sposi novelli, amate la vita che è sempre sacra, anche quando è segnata dalla fragilità e dalla malattia. Grazie”.

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ZENIT Staff

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