Lettura
Giungono da Gerusalemme scribi e farisei, due categorie di uomini con cui Gesù ha dovuto duramente scontrarsi. Dei primi già qualcosa si è detto; dei secondi un accenno. Benché non manchi tra essi – Nicodemo, ad esempio – chi è sinceramente impegnato nell’osservanza della Legge, latita, in genere, la convinzione che a produrre la salvezza non è la fedeltà nelle osservanze, quasi che essa sia realizzata dalle opere dell’uomo invece che dalla risposta d’amore a un Amore che salva con immensa gratuità. Salvezza è entrare nell’opera di un Altro, le opere sono risposta all’iniziativa amorosa di Dio.
Meditazione
Scribi e farisei vengono a controllare l’operato di Gesù e sono scandalizzati, essi che osservavano un meticoloso rituale di lavature, perché i discepoli del Maestro prendono cibo con mani impure, cioè non lavate. L’energica risposta del Signore si spinge oltre il caso e denuncia l’ipocrisia di chi trascura l’essenziale della Legge dedicandosi con grande zelo a “tradizioni di uomini”. Fedeltà alla Legge non è quella proclamata dal fariseo nel tempio (Lc 18,9-14), che si esalta esponendo a Dio la propria ineccepibile osservanza di tutte le norme, ma il riconoscimento umile e realistico che, se un uomo vive in modo più corretto di altri, è solo perché l’Amore, Dio stesso, lo ha afferrato e che il cambiamento avviene nel lasciarsi afferrare, come ha ben compreso, nell’incontro con il Risorto sulla via di Damasco (At 26,12-18) il fariseo integerrimo Saulo di Tarso: «Mi protendo nella corsa per raggiungerlo, io che già sono stato afferrato da Cristo» (Fil 3,13). L’uomo che vive questa esperienza di salvazione diventa allora profondamente umile, cioè realista, capace di cogliere davvero la realtà; profondamente grato a Dio e pieno di compassione verso coloro che non sono giunti a questo punto del cammino; desideroso di puntare al “centro”, al cuore della Legge, senza perdere il senso delle proporzioni, il peso specifico delle cose marginali e di quelle essenziali. La superbia del fariseo, il suo corto respiro, l’orizzonte limitato in cui si muove denunciano l’inanità delle sue opere: espressioni di un uomo che non si è lasciato toccare dalla esuberante giovinezza di Dio e che rimane vecchio, ammesso che sia irreprensibile.
Preghiera
Gesù mite e umile di cuore, donaci di imparare da te per “essere conformi all’immagine tua”. Ogni dissomiglianza è sfigurazione del nostro volto. Ma tu sei con noi, l’incontro con te è un avvenimento che accade ad ogni istante. Donaci la grazia di offrirci al miracolo che in noi incessantemente accade.
Agire
Leggo Evangelii gaudium, nn. 264-267, e rifletto sul fatto che «il Vangelo risponde alle necessità più profonde delle persone, create per quello che il Vangelo ci propone».
Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonament info@edizioniart.it