Così Papa Francesco nel suo discorso ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, ricevuti stamane in udienza in Sala Clementina, a conclusione dei lavori sul tema: “Incontrare Dio nel cuore della città”.
Nel suo discorso, il Vescovo di Roma ha spiegato che la Chiesa “vuole essere al servizio della ricerca sincera che c’è in tanti cuori e che li rende aperti a Dio”. A questo proposito ha ricordato l’arcivescovo Giovan Battista Montini, il futuro Paolo VI, che alle persone coinvolte nella missione cittadina di Milano parlava di una “ricerca dell’essenziale”, invitando ad “essere prima di tutto veri, genuini, e a vivere di ciò che conta veramente”.
In tal contesto, il Papa ha esortato soprattutto i fedeli laici ad “uscire senza timore per andare incontro agli uomini delle città”, nelle attività quotidiane, come pure nel lavoro o come singoli o famiglie, inseriti nelle parrocchie o nei movimenti ecclesiali.
“Si tratta di trovare il coraggio di fare il primo passo di avvicinamento agli altri, per essere apostoli del quartiere”, ha spiegato Francesco. Perché solo così “possono infrangere il muro di anonimato e di indifferenza che spesso regna sovrano nelle città”. E solo così – ha aggiunto – “si può proporre nella sua forza, nella sua bellezza e nella sua semplicità, l’annuncio liberante dell’amore di Dio e della salvezza che Cristo ci offre”.
Il Santo Padre si è poi compiaciuto della decisione del Pontificio Consiglio per i Laici di adottare l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium come “bussola” per orientare la riflessione e l’azione nei tre giorni di lavoro.Ha poi ricordato che nell’anno da poco iniziato ricorre il 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, che rappresenta non solo il passato ma anche e soprattutto il presente e il futuro della Chiesa.
Papa Francesco ha quindi rivolto lo sguardo alle città che “presentano grandi opportunità e grandi rischi”: esse sono “magnifici spazi di libertà e di realizzazione umana”, e allo stesso “terribili spazi di disumanizzazione e di infelicità”. Anche nella città più florida e ordinata, infatti, ha osservato il Pontefice, “c’è la parte oscura dell’anti-città”, dove insieme ai cittadini convivono i “non-cittadini”. Ovvero tutte quelle persone invisibili, povere di mezzi e di calore umano, che abitano “non-luoghi” e vivono di “non-relazioni”.
“Si tratta di individui – ha detto il Papa – a cui nessuno rivolge uno sguardo, un’attenzione, un interesse”. Proprio in questo contesto diventa sempre più necessario portare Dio, diventando “gioiosi annunciatori del Vangelo ai loro concittadini”; è in questo modo che i fedeli laici scoprono che “nella città c’è spesso un terreno di apostolato molto più fertile di quello che tanti immaginano”. Perché “i laici – ha concluso Bergoglio – sono chiamati a vivere un umile protagonismo nella Chiesa e diventare fermento di vita cristiana per tutta la città”.