Saveriane uccise in Burundi. Le consorelle vogliono la verità

Ricostruzioni giornalistiche affermano che le tre suore stessero per denunciare traffici illeciti in cui era coinvolta la loro parrocchia

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“Ci auguriamo che la verità emerga e che il giornalista in questione venga rilasciato; dubbi, sì, li abbiamo sul fatto che le sorelle fossero a conoscenza di questi traffici e stessero per denunciarli”. Così le saveriane, in una nota della congregazione pervenuta all’agenzia Misna relativa alle indagini sull’assassinio delle tre missionarie a Bujumbura il 7 settembre e in particolare all’arresto di Bob Rugurika, direttore dell’emittente Radio Publique Africaine.

All’origine del fermo e della successiva incriminazione per “complicità in omicidio” una ricostruzione giornalistica che identifica come mandante degli assassinii il generale Adolphe Nshimirimana, ex capo dei servizi segreti tuttora vicino al presidente Pierre Nkurunziza.

Stando a questa versione, suor Olga Raschietti, suor Lucia Pulici e suor Bernardetta Boggian sarebbero venute a conoscenza di malversazioni compiute da Nshimirimana, relative in particolare a traffici di medicinali e minerali che avrebbero coinvolto la parrocchia Guido Maria Conforti di Kamenge alla quale appartenevano le missionarie.

Nella nota, firmata dalla superiora generale Giordana Bertacchini, si sottolinea ora la volontà di “mantenere il riserbo”. “Ci auguriamo – si legge nel comunicato – che la verità emerga e che il giornalista in questione venga rilasciato. Dubbi, sì, li abbiamo sul fatto che le sorelle fossero a conoscenza di questi traffici e stessero per denunciarli. La cosa sembra assolutamente inverosimile. Per il resto aspettiamo e ci auguriamo che la verità emerga e che giustizia sia fatta”.

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ZENIT Staff

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