Isis: pilota arso vivo. Giordania reagisce e giustizia al Rishawi e un jihadista

Dura reazione di Amman al video diffuso ieri. Oggi all’alba uccisa la terrorista irachena che doveva essere scambiata con il militare

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Le raccapriccianti immagini della esecuzione del pilota giordano ostaggio dell’Isis, arso vivo in una gabbia, hanno scioccato il mondo. Soprattutto la Giordania che ha deciso di reagire giustiziando immediatamente due jihadisti condannati a morte.

Tra questi anche Sajida al Rishawi, la kamikaze irachena richiesta dallo Stato Islamico per uno scambio di prigionieri con il pilota Maaz al Kassasbeh e imprigionata in Giordania. La donna era stata condannata per aver partecipato agli attentati del 2005 contro degli alberghi ad Amman, che avevano ucciso oltre 50 persone. Faceva parte del commando suicida, ma non era riuscita a innescare la sua cintura esplosiva. L’altro jihadista ucciso è invece Ziad Karbuli, responsabile di al Qaida.

Il portavoce del governo Mohammad Momani ha confermato che le sentenze di morte sono state eseguite alle 4 locali (le 3 del mattino in Italia), dopo la diffusione, ieri, del video in cui terroristi gettano della benzina sul 27enne, pilota di uno degli aerei della Coalizione internazionale anti-Isis. Rinchiuso in una gabbia, l’uomo è stato bruciato vivo dalle fiamme che lo circondavano.

Secondo gli esperti, il filmato risalirebbe allo scorso 3 gennaio. Quindi, mentre l’Isis contrattava con Amman per liberare al Kassasbeh in cambio della terrorista al Rishawi, il militare era già morto. Le autorità giordane avevano chiesto infatti prove dell’esistenza in vita del pilota, che tuttavia non sono state mai consegnate.

La vicenda del tenente giordano era andata a intrecciarsi, inoltre, con quella dell’ostaggio giapponese Kenji Goto, la cui liberazione faceva parte dell’accordo per scagionare la kamikaze. Anche il reporter nipponico, tuttavia, è stato decapitato nei giorni scorsi e le immagini dell’assassinio sono state diffuse via internet.

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ZENIT Staff

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