Chi ha avuto la grazia di vivere “in diretta” l’esperienza della predicazione mariana, accompagnata dalla presenza di una immagine della Vergine di Fatima, non può che riconoscere la fecondità e la forza di tale specifico apostolato. Le forme possono variare, le esigenze “locali” sono sempre diverse, eppure un comune denominatore caratterizza quei giorni. La “Madre del Signore”, come 2000 anni or sono, si porta pellegrina nel territorio di una parrocchia o di una diocesi, attrae a sé il cuore dei suoi figli; li invita, instancabile, al sacramento della riconciliazione; dispone l’animo dei fedeli ad accogliere il dono della Parola di Dio. Lei che per prima -come felicemente ci ricordava Papa Francesco- ha ascoltato, si è decisa e ha agito (Santo Rosario in Piazza San Pietro, 31 maggio 2013) ci coinvolge nella sua vita interiore, indicandoci sempre, in modo nuovo, la via della Salvezza: Cristo Gesù. L’amore materno della Vergine non si ripete mai stancamente, si ripropone invece affascinando il cuore e la mente alla bellezza delle “cose di Dio” e sa penetrare, con la sua impagabile e disarmante dolcezza, anche nelle coscienze che più ostinatamente si oppongono alla Grazia. Quante volte capita, animando la “Peregrinatio”, di incontrare qualcuno che inspiegabilmente si ritrova inginocchiato a chiedere perdono dei propri peccati, forse solo perché, incuriosito, si era soffermato dinanzi a quella statua e ne aveva subito il misterioso richiamo. Quale abbondante messe di preghiera, di sinceri propositi, di autentica conversione dello spirito si genera durante queste “settimane mariane”, scandite dalle frequenti celebrazioni eucaristiche, dalla attenta meditazione dei misteri del Rosario, dalla lunga fila ai confessionali.
L’istintivo sospetto di molti “adulti”, di fronte a queste pratiche di devozione, giudicate troppo “popolari” ed esteriori, rivela forse la difficoltà di riconoscere il “criterio” di Dio, che opera, come sempre, le sue opere più grandi, i suoi “mirabilia”, attraverso i canali evangelici della umiltà e della semplicità. Maria Santissima è la esponente per eccellenza di quel Popolo Santo che, in mezzo alle prove della vita, si affida al Signore e solo da Lui attende la Salvezza e la liberazione. Lei che ha attraversato la povertà di Betlemme, il silenzio operoso del nascondimento di Nazareth e l’umiliazione del Calvario, sempre intimamente unita alla generosa offerta del Figlio, sa introdurci nella vera comunione con il Padre. Il nostro cuore ha bisogno di sentirsi amato, compreso e perdonato: la consapevolezza di essere teneramente ricercati dalla Misericordia di Dio, che non si arrende mai dinanzi alle nostre miserie e infedeltà, ci incoraggia e ci ridona lo “slancio” per riprendere con fiducia il cammino. Maria Santissima è Madre e Maestra di carità; con pazienza ricuce in noi gli strappi provocati dal peccato e ci riconsegna nelle mani di Cristo Gesù. Il suo desiderio non si limita a vederci recitare con fervore una preghiera o a ripetere una formula di “affidamento” al suo Cuore Immacolato: Ella vuole che quelle parole diventino la nostra vita, irradino le nostre molteplici attività quotidiane e il nostro lavoro, sostengano le nostre relazioni, nella Chiesa e nella società, perché la luce del Vangelo penetri dovunque. La “Visitazione” –secondo mistero gaudioso, di un Rosario iniziato un giorno lontano a Ain Karin, nella casa di Elisabetta e proseguito nei secoli attraverso i “luoghi della Grazia” dove Lei si è manifestata, richiamando gli uomini al loro vero destino- è l’impegno di ogni nostra giornata. In tutti gli ambienti, dove ci chiama la Volontà di Dio, come Maria dobbiamo essere Tabernacolo e Ostensorio di Cristo, cuori di pace e di carità che siano conforto e voci amiche per le coscienze devastate del nostro tempo. Il solo desiderio di Maria Vergine è che in ogni casa risuonino le parole del Magnificat, incarnato nella irripetibile originalità dei nostri cuori. La “Madonna Pellegrina” non è solo una bella statua da venerare e davanti alla quale riversare le proprie pene: è il proposito di una conversione radicale a Dio, anche in questo tempo di povertà morale e spirituale. “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome!”. Grandi cose va compiendo il Signore nella apparente banalità della nostra vita, segnata dalla nostra fragilità ma benedetta dal Cielo, quale autentica “Terra Santa”, terra di Maria.
Padre Mario Piatti icms è direttore del mensile “Maria di Fatima”