In questi giorni si è conclusa una vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso 24 famiglie italiane, che attendevano di riabbracciare i loro figli adottivi rimasti in Congo. Il governo congolese aveva deciso di sospendere le adozioni internazionali a causa di alcune irregolarità procedurali riguardanti alcune coppie non italiane.
Queste famiglie, che si erano recate in Congo, avevano completato tutto l’iter adottivo ed erano in attesa di ricevere il nulla osta da parte delle autorità congolesi per poter lasciare il loro Paese. A causa della decisione improvvisa di questa sospensione, le 24 famiglie italiane (insieme ad altre famiglie di altri Paesi) sono state costrette, a malincuore, a lasciare temporaneamente i loro bambini e a far ritorno in Italia.
Questa sospensione ha creato scalpore ed emozione in tutto il nostro Paese. È stata una vicenda che è stata seguita non solo dall’attuale Governo, ma anche dal Governo precedente. Tutte le istituzioni italiane a vari livelli (il Ministero degli Esteri, la Presidenza del Consiglio) si sono adoperati con il massimo sforzo per permettere il lieto fine all’adozione internazionale di questi 31 bambini. La causa che ha determinato il blocco delle adozioni in Congo sembra fosse dipendere da irregolarità riguardanti adozioni monoparentali che nascondevano adozioni a coppie omosessuali; pratica, questa, assolutamente vietata in Congo. Per queste ed altre ragioni il governo congolese sta cambiando la legge sulle adozioni internazionali.
In realtà il blocco delle adozioni internazionali ancora persiste nel Paese africano, ma la situazione riguardante alcuni bambini adottati da famiglie italiane, francesi, belghe, statunitensi e canadesi si è conclusa positivamente con la concessione del nulla osta definitivo, che ha permesso la partenza di questi bambini verso i loro genitori adottivi.
La situazione di emergenza non può ancora ritenersi conclusa. Ci sono, infatti, 150 coppie che hanno ricevuto la sentenza già passata in giudicato, ma che attendono di poter incontrare ed abbracciare i loro figli. Questo primo successo non deve lasciare nel dimenticatoio che ci sono altri bambini che attendono e desiderano ardentemente di avere la possibilità di essere accolti da un padre e da una madre.
Questa vicenda, che ha avuto un forte richiamo mediatico, ha rilanciato il mondo dell’adozione, che molto spesso è poco pubblicizzato dai grandi mezzi di comunicazione, a discapito delle nuove forme per diventare genitore, come può essere la fecondazione artificiale e la maternità in affitto.
La scena, che le televisioni hanno mostrato all’aereporto di Ciampino, quando si sono aperte le porte dell’aereo e i bambini hanno potuto abbracciare i loro genitori, è davvero eloquente. Dietro quell’abbraccio tra mamma, papà e figlio, dietro le lacrime dei nonni, dietro tutta quella trepidazione di amici e parenti, è nascosto il cuore dell’adozione: un misterioso piano di amore che rende felici i genitori adottivi che scoprono la loro vocazione nell’aprire le loro braccie per accogliere chi non ha avuto un sostegno per la loro crescita e formazione umana.
La gioia di quell’incontro ha fatto dimenticare l’attesa, le ansie e le preoccupazioni per la sorte di quei bambini. Questi genitori adottivi hanno dovuto sopportare una sofferenza durata vari mesi, quasi se le doglie di questo parto non volesse mai finire. Il dolore sarà stato tanto, soprattutto quando all’aeroporto hanno dovuto lasciare i loro figli, pensando anche alla situazione di conflitto che perversava in quel Paese.
La vita gli ha restituito la gioia che gli era stata tolta proprio all’interno di un aeroporto. Questo è il miracolo dell’adozione, che ha la capacità intrinseca di far legare i genitori ai loro figli con vincoli che superano l’appartenenza carnale. L’adozione è un legame che unisce alla radice dell’anima genitori e figli, li rende forti e determinati anche in virtù dell’abbandono ricevuto dai figli e dalla sterilità fisica vissuta talvolta dai genitori. Ma davanti a queste scene che abbiamo visto in questi giorni, la fecondità spirituale dell’adozione trionfa, una fertilità che genera tutti i sentimenti più nobili dell’animo umano e restituisce speranza ad un mondo che tutti i giorni propone modelli di vita, nei quali afferma che non è possibile amarsi nella diversità e nella pazienza.
L’adozione testimonia, senza usare alcuna parola, che l’amore è accoglienza nella diversità, che l’amore significa avere pazienza di attendere i tempi dell’altro, che il bisogno di amore si compie quando ci si rende disponibili ad amare chi ha bisogno. La circolarità dell’amore e dell’accoglienza è il segreto dell’adozione, che quando viene vissuto con questo spirito, ha la forza di vincere ogni difficoltà. Chiaramente non bisogna negare tutte le difficoltà che si dovranno affrontare per costruire la famiglia adottiva, nata a partire da un innesto filiale. Questo richiederà molta cura, molto tempo, molta dedizione e perseveranza, affinchè possa nascere quella sana armonia familiare. Ma il memoriale di momenti già vissuti, il ricordo di quello che si è già passato, costituirà un segno di speranza per il futuro della nuova famiglia.