Questo pomeriggio, nella Basilica Vaticana, Papa Francesco ha conferito l’Ordinazione Episcopale a mons. Fabio Fabene, Sotto-Segretario del Sinodo dei Vescovi. Il nuovo presule, del clero della Diocesi di Viterbo, è nato a Roma il 12 marzo 1959. Ordinato sacerdote il 26 maggio 1984, è stato eletto Vescovo titolare di Acquapendente l’8 aprile 2014.
In una lettera inviata, lo scorso 8 aprile, a mons. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo, il Pontefice giustificava la nomina episcopale come “una scelta in favore della collegialità con il Vescovo di Roma”. Il Papa – scriveva Bergoglio – “ha bisogno della presenza dei suoi Confratelli Vescovi, del loro consiglio e della loro prudenza ed esperienza”. Quindi la nomina di mons. Fabene “in virtù dell’Ordine episcopale rispecchierà quella comunione affettiva ed effettiva che costituisce lo scopo precipuo del Sinodo dei Vescovi”. Inoltre, affermava il Pontefice, “nel coordinare il lavoro interno della Segreteria Generale”, il presule sarà chiamato ad esprimere “la feconda e fruttuosa realtà che sgorga dalla partecipazione al munus episcopale, fonte di santificazione per quelli che lo circondano e fondamento della comunione gerarchica con il Vescovo di Roma” e i Membri dello stesso Collegio.
Intervistato da L’Osservatore Romano sul nuovo importante incarico che assumerà in un momento di rinnovamento del Sinodo dei vescovi, mons. Fabio Fabene ha affermato che “nello svolgimento di questo impegno, la precedente esperienza nella Congregazione per i vescovi mi sarà di grande aiuto, soprattutto per quanto ho appreso dall’esercizio quotidiano del ministero dei vescovi nelle varie parti del mondo”.
Alla domanda sul tema del prossimo Sinodo in programma a ottobre, la famiglia – tema centrale che suscita molte aspettative – il nuovo presule ha risposto citandole parole del Papa ai giornalistisull’aereo di ritorno dalla Terra Santa: “«Il Sinodo sarà sulla famiglia, sul problema della famiglia, sulle ricchezze della famiglia, sulla situazione attuale della famiglia», e non soltanto sulla questione della comunione ai divorziati risposati”. “I pastori – ha aggiunto – avranno modo di riflettere profondamente sul tema proposto. Il confronto reciproco e l’ascolto delle famiglie stesse aiuteranno i vescovi nei lavori sinodali e nel consegnare al successore di Pietro i loro suggerimenti e le loro proposte, affinché egli possa indicare alla Chiesa vie e modi per annunciare il Vangelo della famiglia nel nostro tempo”.
“Il lungo percorso sinodale – ha inoltre sottolineato il vescovo – è già iniziato con il documento preparatorio e le numerose risposte pervenute dalle Conferenze Episcopali del mondo al questionario, mi sembra che rappresenti già un esercizio concreto della collegialità episcopale, che vede impegnati i vescovi e il Papa con le loro rispettive responsabilità verso la Chiesa”.
(S.C.)