Gesù, nostro contemporaneo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Da Atene, Paolo si sposta a Corìnto. Continua così la sua predicazione nelle più importanti città della Grecia seguendo sempre lo stesso schema: prima egli si rivolge ai Giudei, poi ai Greci. Nel Vangelo, Gesù, dopo aver parlato dello Spirito Santo come avvocato, consola i suoi discepoli per la sua prossima partenza. Egli non li lascerà orfani, e assicura che la loro afflizione si cambierà in gioia. 

Meditazione

Il Vangelo di Matteo termina con la grande promessa fatta da Gesù: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Commentando queste parole lo scrittore francese Charles Péguy scrive: «Egli è qui, come il primo giorno». Gesù Cristo è davvero nostro contemporaneo. Con la sua morte e risurrezione egli ha superato le coordinate dello spazio e del tempo e per questo è diventato “contemporaneo” con gli uomini di tutti i tempi. «La contemporaneità di Cristo all’uomo di ogni tempo – afferma Giovanni Paolo II – si realizza nel suo corpo, che è la Chiesa. Per questo il Signore promise ai suoi discepoli lo Spirito  Santo, che avrebbe loro “ricordato” e fatto comprendere i suoi comandamenti (cfr.Gv14,26) e sarebbe stato il principio sorgivo di una vita nuova nel mondo (cfr.Gv3,5-8;Rm8,1-13)» (Veritatis Splendor, n. 25). L’Eucaristia è il sacramento che rende molto concreta questa contemporaneità perché è il memoriale della passione, della morte e della risurrezione di Cristo. Non è una semplice memoria simbolica, ma una presenza viva e attuale dell’unico sacrificio che è avvenuto storicamente due millenni fa. Anche i poveri realizzano il mistero della presenza di Cristo. Tutta la tradizione della Chiesa riconosce nei poveri il sacramento di Cristo, non certo identico al sacramento dell’Eucaristia, ma in perfetta corrispondenza analogica e mistica con essa. Del resto Gesù stesso lo ha detto in una solenne pagina del Vangelo (cfr. Mt 25,35 ss.).  Paolo VI, il 23 agosto 1968, a Bogotà durante la Messa per i “campesinos” (contadini) colombiani ha affermato: «Voi siete un segno, voi un’immagine, voi un mistero della presenza di Cristo. Il sacramento dell’Eucaristia ci offre la sua nascosta presenza viva e reale; mai voi pure siete un sacramento, cioè un’immagine sacra del Signore fra noi, come un riflesso rappresentativo, ma non nascosto, della sua faccia umana e divina». 

Preghiera

Ti adoro devotamente, o Dio nascosto, che ti celi veramente sotto queste apparenze. A te tutto il mio cuore si abbandona, perché, contemplandoti, tutto vien meno (…). O memoriale della morte del Signore, pane vivo, che dài la vita all’uomo, concedi al mio spirito di vivere di te e di gustarti sempre dolcemente.  

Agire

Voglio riconoscere la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia e nei poveri. 

Meditazione del giorno a cura di monsignorVito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leucatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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