Un’udienza fatta un po’ di corsa quella del Papa, oggi, al primo ministro bulgaro Plamen Oresharski. Il premier socialista, in carica al Governo dal 29 maggio 2013, è stato ricevuto con la sua delegazione stamane alle 9, non nel Palazzo Apostolico, come di consueto, bensì negli spazi più “ristretti” della Domus Santa Marta.
Una scelta di “comodità” per agevolare il Santo Padre che, mezz’ora dopo, sarebbe dovuto essere già pronto in sella alla sua jeep per il tour in piazza San Pietro prima dell’Udienza generale.
Il colloquio è durato circa venti minuti, dopodiché Francesco è sceso al primo piano della Domus vaticana – residenza del Pontefice – per salutare la delegazione che, secondo protocollo, contava di un rappresentante della Chiesa cattolica e di uno della Chiesa ortodossa.
Congedatosi dal Santo Padre, Oresharski ha incontrato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e il Segretario per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Dominique Mamberti. I colloqui si sono svolti in un clima di cordialità.
L’udienza ad Oresharski si sarebbe dovuta svolgere il 22 maggio. Probabilmente gli impegni di preparazione al viaggio in Terra Santa hanno fatto slittare l’evento. In ogni caso si è riusciti a fissare l’incontro tra il premier e il Pontefice pochi giorni dopo il 24 maggio, data importante per la Bulgaria in cui si celebra la festività di San Cirillo e Metodio.
In tale giorno si commemora inoltre l’anniversario dell’Istruzione, della cultura bulgara e della scrittura slava, in quanto, secondo la tradizione, in questa la data gli studiosi bizantini Cirillo e Metodio avrebbero trascritto il primo alfabeto slavo nell’855 d.C., traducendo l’intero Vecchio testamento e la letteratura religiosa del cristianesimo ortodosso.
Al momento dei doni, il primo ministro ha regalato a Bergoglio una grande icona tradizionale bulgara intitolata “Gerusalemme”, di autore ignoto, che ricorda le pale degli altari ortodossi. Probabilmente un omaggio al recente pellegrinaggio del Pontefice nella Terra di Gesù.
Da parte sua, Francesco – come già fatto il 26 aprile nell’udienza al premier ucraino Arseniy Yatsenyuk – ha donato ad Oresharski una penna “per firmare cose buone”, ha detto sorridendo. Ad ognuno dei membri della delegazione bulgara, Bergoglio ha invece regalato un piccolo cofanetto contenente la medaglia papale.