Dal Dio ignoto al Dio rivelato

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Il brano degli Atti degli Apostoli riporta il famoso discorso di Paolo all’Areòpago di Atene. Paolo dialoga coi filosofi nell’agorà. Infine, davanti al tribunale, riconoscendo la comune ricerca di Dio, propone il messaggio evangelico invitando alla conversione. Gli Ateniesi esprimono curiosità e desiderio di conoscere cose nuove, ma rifiutano di accogliere l’annuncio della risurrezione di Cristo. Il Vangelo sottolinea che lo Spirito Santo guiderà la Chiesa alla piena conoscenza della verità. 

Meditazione

La tappa di Paolo ad Atene (cfr. At17,16-34) rappresenta il paradigma dell’incontro e del dialogo del Vangelo con la cultura. Atene, definita “la pupilla della Grecia” (Filone) e “il faro di tutta la Grecia” (Cicerone), è il più importante centro di incontro e di confronto culturale dell’area mediterranea e mediorientale. L’altare “al dio ignoto” è il sintomo di una ricerca, di domande che attendono una risposta, di un bisogno spirituale inappagato. Anche nel nostro tempo un filosofo come Nietzsche esprime l’insopprimibile bisogno dell’uomo di conoscere Dio:  «Conoscerti voglio, o Ignoto, / Tu, che mi penetri nell’anima / E mi percorri come un nembo, / Inafferrabile congiunto! / Conoscerti voglio e servirti». La predicazione cristiana annuncia il “Dio conoscibile” attraverso la vita e l’opera di Gesù Cristo. Credere in Gesù Cristo, morto e risorto, significa riconoscere l’azione di Dio per l’umanità. L’accoglienza dell’annunzio cristiano rende possibile l’incontro con colui che si è rivelato nella storia, ma è anche presente nell’intimo all’uomo. «Ti cercavo fuori di me – esclama sant’Agostino – e non ti trovavo, perché tu sei il Dio del mio cuore» (Confessioni, 6,1,1). La relazione tra Dio e l’uomo, tuttavia, non è un possesso di Dio da parte dell’uomo né dell’uomo da parte di Dio, perché è in gioco la libertà dell’uno e dell’altro. Tutte le volte che l’uomo intende manipolare o imprigionare Dio, disponendo di lui a suo piacimento, Dio, che è vicino, anzi, dentro di lui, si allontana. Dio, dunque, è vicino e lontano. L’incontro con lui richiede una metànoia, una profonda conversione del cuore. Solo allora Dio si manifesta all’uomo, e l’uomo trova la sua pace. 

Preghiera

«Tardi ti amai, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità […]; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace» (sant’Agostino, Confessioni, 10,27,38). 

Agire

Mi metterò in dialogo con tutti coloro che cercano Dio anche se pensano di essere lontani da Lui. 

Meditazione del giorno a cura di monsignorVito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leucatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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