Lettura
La prima lettura riferisce la miracolosa liberazione dalla prigionia di Sila e Paolo, e la conversione del carceriere. Il Vangelo presenta il tema del Paraclito accusatore del mondo e di Satana in un processo che si svolge davanti al tribunale di Dio. Lo Spirito Santo agirà nel cuore dei discepoli dando loro la certezza che il mondo è in errore e che essi, aderendo a Cristo, sono nella verità. Il Paraclito “confuterà il mondo” e rafforzerà la fede dei discepoli.
Meditazione
Il tema del processo domina interamente il testo del Vangelo di oggi. Gesù annuncia che il Paraclito svolgerà la funzione dell’avvocato che, da una parte, mette in luce le colpe e, dall’altra, rivela l’innocenza e la giustizia. L’opera del Paraclito è espressa dal verbo elenchein che, in greco, ha il significato di “rimproverare”, “accusare”, “dimostrare la colpevolezza”. Mentre in precedenza il Paraclito aveva testimoniato a favore di Gesù nel ruolo di avvocato difensore, ora assume il ruolo di avvocato che mette sotto accusa il mondo e il principe di questo mondo, e li riconosce colpevoli di tre delitti. Il primo capo d’accusa è l’incredulità: non credere a Gesù come inviato di Dio; il secondo consiste nel non volere accettare che Gesù è giusto e santo davanti a Dio; il terzo si riferisce al giudizio contro il principe di questo mondo, che è l’orchestratore di tutta l’azione ostile contro Gesù. Il Paraclito – scrive sant’Agostino – «riverserà nei vostri cuori la carità, così che, liberati da ogni timore, vi sentirete liberi di porre sotto accusa il mondo» (Omelia 95). Lo Spirito Santo, pertanto, ci difende dalla mentalità del mondo che ci chiama a pensare a noi stessi, al nostro piacere, all’affermazione di sé. Egli ci distoglie dal pensare che è impossibile vivere nello spirito delle beatitudini; ci dà la forza di reagire quando crediamo di essere soli nel vivere i valori evangelici dell’umiltà, del dominio di sé, dell’amore gratuito, del perdono. «Senza lo Spirito Santo – afferma ancora sant’Agostino – non possiamo né amare Cristo né osservare i suoi comandamenti, e il nostro maggiore o minore potere di amare e di obbedire è proporzionato alla misura in cui riceviamo lo Spirito» (Commento al vangelo di Giovanni, 74, 2).
Preghiera
O dolce consolatore, dono del Padre altissimo, acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell’anima. Dito della mano di Dio, promesso dal Salvatore, irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola. Sii luce all’intelletto, fiamma ardente nel cuore, sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore. Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male.
Agire
Esaminerò la mia coscienza per estirpare, con la forza dello Spirito Santo, ogni pensiero mondano.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it