Presto beati i martiri dell'Albania comunista

La notizia è stata annunciata presso il santuario della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano, luogo simbolo dei fedeli albanesi

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Sono nella fase finale i lavori della Positio istruita presso la Congregazione per le Cause dei Santi dei 38 Servi di Dio trucidati all’avvento del regime di Enver Hoxha che nel 1945 dichiarò l’Albania Repubblica Popolare Comunista. Tutti testimoni delle virtù eroiche e di un popolo che non volle abbandonare la fede in Cristo e nella Chiesa. Tra essi l’arcivescovo di Durazzo, monsignor Vincenzo Prennushi, che preferì subire il carcere, la tortura e, infine, la morte pur di non cedere alla richiesta di Hoxha di creare una chiesa nazionalista staccata da Roma e dal papa, così come aveva fatto anche il suo predecessore  monsignor Gasper Thaci, anch’egli vittima del regime comunista albanese. Il 4 novembre 1990 è la data simbolo del risorgere pubblico della fede cristiana nel Paese delle Aquile, perché quel giorno fu celebrata una santa messa nel cimitero cattolico di Scutari, nonostante i sacerdoti sopravvissuti alle persecuzioni del regime che nel 1967 si era dichiarato “primo Stato ateo del mondo”, si potessero contare sulle dita di una mano.

A dare l’annuncio ai fedeli albanesi riuniti nel santuario-basilica della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano è stato l’arcivescovo di Scutari e Pult-Bajze, monsignor Angelo Massafra dell’Ordine dei Frati Minori, nato a San Marzano di San Giuseppe, in provincia di Taranto, ed arberesh, ossia italo-albanese di una di quelle comunità venute dall’Albania nella seconda metà del Quattrocento, in fuga dalla conquista ottomana dei Balcani. Monsignor Massafra, domenica 25 maggio scorso, ha guidato il tradizionale pellegrinaggio delle comunità albanesi presenti nelle città italiane e formate dagli immigrati che negli ultimi due decenni hanno abbandonato l’Albania alla ricerca di lavoro in Italia. Per questi il pellegrinaggio a Genazzano è motivo d’identità nazionale, perché si recano a pregare la Madonna del Buon Consiglio, da loro definita la Madre dell’Albania.

Secondo la tradizione il 25 aprile del 1467 la Madonna custodita a Genazzano si sarebbe staccata da un muro della chiesa di Scutari, nel nord dell’Albania, dove era venerata, trovando rifugio in questa parte del Lazio, nella chiesa che la beata Petruccia stava edificando, soddisfacendo una volontà della Vergine stessa.  Questo pellegrinaggio è diventato tradizione per le comunità albanesi in Italia e viene organizzato ogni anno da don Pasquale Ferraro, incaricato dalla Fondazione Migrantes della CEI per la Pastorale ai fedeli del Paese delle Aquile in Italia, i quali dal 2004 per decreto del Vicariato di Roma fanno riferimento alla chiesa di San Giovanni della Malva a Trastevere, concessa alla comunità cattolica albanese. La ritualità della giornata prevede in mattinata una processione per le strade del centro storico genazzanese con la statua della Madonna del Buon Consiglio, solenne messa nel santuario a Lei dedicato in lingua albanese e successiva visita all’interno della cappella nella quale è conservata la miracolosa immagine. Nel pomeriggio, dopo il pranzo al sacco, nel giardino del castello Colonna canti, balli e festa in lingua tradizionale, che gli adulti usano comunemente, mentre i figli, nati in Italia, capiscono ma non parlano, ormai pienamente integrati nelle scuole italiane.

Il 16 febbraio del 2013 monsignor Angelo Massafra scrisse una lettera a papa Benedetto XVI “per la notizia inaspettata delle Sue dimissioni da vescovo di Roma e da Sommo Pontefice”, nella quale egli ribadiva che “la Chiesa Cattolica che è in Albania è stata sempre fedele al Papa e lo sarà ancora; ogni volta che ho avuto la grazia d’incontrarLa Le ho chiesto di benedire l’Albania. Mi permetta, Padre Santo, che Le chieda la Sua ultima benedizione da Papa per me, per i miei fratelli Vescovi, per i cattolici albanesi e per tutta l’Albania. I Servi di Dio: monsignor Vincenzo Prennushi e Compagni, uccisi dal regime comunista albanese, per i quali sono in corso i lavori della Positio per il riconoscimento della Chiesa come Martiri, Le siano vicini in questo periodo della Sua Missione e Vita”.

L’8 dicembre del 2010 nella cattedrale di Scutari, alla presenza del cardinale Claudio Hummes OFM, Prefetto Emerito della Congregazione per il Clero, fu dichiarato concluso l’iter diocesano dell’Inchiesta canonica super martyrio dei Servi di Dio mons. Vincenzo Prennushi, OFM arcivescovo di Durazzo, e 37 Compagni, del Servo di Dio Luigi Paliq, secerdote OFM, e del Servo di Dio, Gjion Gazulli, sacerdote diocesano. Nel 2009 le Clarisse di Scutari realizzarono una Via Crucis dal titolo “Sui passi dei martiri del comunismo”.

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Paolo Schiavella

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